Corsi di lingua e cultura italiana all’estero-tagli

Luigi Reale, Presidente del Circolo Di Pietro Bedford (Gran Bretagna) e Presidente dell’Associazione molisana Bedfordshire,

dichiara circa i rovinosi tagli fatti sui corsi di lingua e cultura italiana all’estero

Voglio mettere in evidenza che drastici tagli sono stati fatti nei confronti di Enti che erogano corsi di lingua e cultura italiana extracurricolari frequentati nella quasi totalita’ da figli e discendenti d’italiani, dove per la maggior parte gli insegnanti sono assunti in loco con spese minime rispetto a quelli inviati dal MAE. Tagli che hanno sia imposto la chiusura di moltissimi corsi che il pagamento di rate elevate ai genitori.

Nessuna riduzione sostanziale e’ stata fatta nei confronti degli insegnanti MAE (che sono circa 50 in missione in GB), i quali incassano un doppio stipendio, il primo viene pagato dal ministero della Pubblica Istruzione che deduce solo l’indennità integrativa speciale. Il secondo viene pagato dal ministero degli Esteri. Si chiama assegno di sede, cifra maggiorata del 20% per il coniuge e del 5% per ogni figlio. Quindi con un costo elevatissimo rispetto ai fondi che precedentemente venivano erogati agli Enti.

La maggioranza del personale MAE insegna in corsi inseriti, pochissimi in corsi extracurricolari, spesso in localita’ dove la presenza dei discendenti d’italiani e’ minima o quasi nulla. La proporzione e’ al di sotto di due studenti su dieci d’origine italiana e tutti questi non pagano nessun contributo o rata per il servizio ricevuto.

Bisogna certamente privileggiare i corsi inseriti rispetto gli altri ma pur sempre dove la percentuale di studenti d’origine italiana e’ di rilievo. Utilizzando, innanzitutto, insegnanti qualificati assunti in loco, semmai figli degli italiani all’estero stessi, al fine di ridurre drasticamente le spese e di dare inizio ad un virtuoso circolo di promozione della lingua, che in fututro dovra’ progressivamente svincolarsi dai finanziamenti provenienti dall’Italia.

Attualmente ci si trova quindi in una situazione in cui i contribuenti italiani pagano spropositatamente insegnanti in missione, ed anche supplenti nelle loro scuole d’origine in Italia, per insegnare gratuitamente in scuole inglesi, spesso molto ricche, a studenti per la maggior parte che non sono italiani ed ai figli degli italiani, a cui sono stati rivolti originariamente i fondi per la lingua, si chiudono i corsi e nei casi migliori si impongono rilevanti rate e contributi.

Voglio quindi mettere a conoscenza di questa grave ingiustizia tutti i lettori, rivolgendomi in particolare a tutti coloro che possono ripristinare uno stato di giustizia, nei confronti della stragrande maggioranza degli italiani all’estero e degli italiani in Italia, che pagano per servizi costosi, che nella maggior parte non vengono erogati verso gli italiani all’estero stessi.

Luigi Reale

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