Le condizioni terribili in cui si trova Piazza (del) Mercato, uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia di Napoli, non riescono a nascondere la bellezza e le incredibili potenzialità di un sito che potrebbe, malgrado tutto, essere un ideale punto di incontro tra tradizione e innovazione. Quest’area infatti, che sembra una sorta di teatro urbano, da sempre luogo di manifestazioni pubbliche (alcune delle quali, a dir la verità, non propriamente felici), potrebbe essere utilizzata per concerti musicali, rassegne culturali all’aperto, assemblee cittadine, raduni politici o eventi turistici. La piazza però oggi, per quanto abbia avuto negli ultimi anni una serie di restyling, è poco più di un improvvisato campo di calcio per gli adolescenti del quartiere. Per restituirle quella dignità e quella dimensione ‘‘teatrale’’ alla quale si accennava, sarebbero necessari profondi, e purtroppo costosi, interventi strutturali. Già qualche decennio fa Renzo Piano aveva sollecitato di abbattere palazzo Ottieri. Questo orrendo condominio fu costruito durante il laurismo ed è uno dei simboli architettonici di quel processo degenerativo che, a più riprese, ha colpito la città dal secondo dopo guerra in avanti. Naturalmente abbattere non significa ‘‘mettere’’ per strada persone che con il ‘‘sudore’’ delle loro vite hanno acquistato una casa; significa al contrario che tutti coloro che abitano i palazzi da buttare giù diventino i veri protagonisti di un progetto finalizzato a migliorare l’esistenza di una intera comunità. Il tendere al bello non dovrebbe essere qualcosa che va a vantaggio di qualcuno e a discapito di qualcun altro. Il bello riguarda tutti. E, soprattutto, aiuta tutti.
Al di là delle polemiche, credo che per capire fino in fondo il senso di quanto detto fin’ora, si dovrebbe provare, con lo sguardo rivolto verso la piazza e un poderoso slancio di fantasia, a sostituire le attuali moderne costruzioni di cemento, con dei nuovi edifici, concepiti per esaltare la basilica del Carmine, le fontane-obelisco e le chiesa di Santa Croce e Purgatorio e di Sant’Eligio Maggiore. A questo proposito immaginate un concorso internazionale per scegliere un nuovo volto della piazza che cancelli finalmente tutte quelle fatiscenze nella quale affoga e la ponga sullo stesso livello stradale di via Marina. Immaginate che in questo concorso siano coinvolti (con i loro finanziamenti) i nomi di celebri firme della moda commerciale, da H&M a Benneton, da Oviesse a Zara, che potrebbero avere il loro punto vendita in avveniristici negozi di vetro e acciaio in una zona dove una volta c’era il ‘‘mercato delle pezze’’. Immaginate poi un centro di cultura e magari anche una facoltà universitaria. Immaginate infine una linea metropolitana che, prolungando la tratta della circumvesuviana, da piazza Nolana passi per piazza Mercato e, arrivando in piazza Municipio, confluisca, diventando un tutt’uno, nella linea sei. Tutto lì. Tutto in una sola piazza che magari di notte resti aperta per un concerto. Forse questa ‘‘nuova’’ piazza Mercato potrebbe addirittura stimolare il recupero, seguendo il bellissimo progetto di Aldo Loris Rossi, di quella martoriata arteria che è via Marina. Forse. O forse è solo un volo pindarico di chi scrive. Come sempre.
Roberto Colonna