Secondo i dati dell’Istat, solo nel 2008 in Sicilia si sono edificate circa 5300 nuove costruzioni residenziali, con un aumento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. Un trend che vede proprio Catania, ancora prima di Palermo, al primo posto nella lista delle province che hanno rilasciato più permessi di nuove abitazioni, fabbricati residenziali ed ampliamenti ad uso prevalentemente abitativo. Secondo i dati del Centro Ricerche economiche e sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio (CRESME), poi, nel 2010, sempre la provincia di Catania, insieme a quella di Palermo, è stata quella con il maggior numero di gare bandite, contribuendo a far segnare alla regione un +7,5% rispetto al 2009: nel 2010, il numero di lavori pubblici messi in gara a Catania è stato di 325 rispetto ai 288 del 2009.
Questo aumento delle concessioni, però, non è stato accompagnato da una parallela crescita della popolazione residente e questo ha comportato diversi effetti negativi:
– un accumulo ingiustificato negli anni di immobili vuoti e inutilizzati, con conseguente aggravamento della questione sismica e dell’impatto negativo sulla identità architettonica della città;
– una perdita irreversibile dei nostri suoli fertili e dunque un pericoloso e generalizzato impatto ambientale;
– un effetto devastante sull’estetica paesaggistica della città con conseguente perdita della valenza turistica della città;
– un peggioramento esponenziale della qualità della vita della cittadinanza e dell’economia strutturale della città;
Noi di Salviamo il Paesaggio non vogliamo indagare sulle intenzioni di tali azioni portate avanti dall’Amministrazione, ma chiediamo che l’elaborazione del nuovo Piano regolatore venga effettuata sui dati e sulle reali esigenze della cittadinanza, prendendo in considerazione gli aspetti appena delineati, nella convinzione che siamo arrivati al punto di non poterli più trascurare. Al momento, invece, quello che abbiamo osservato è stato un indiscriminato utilizzo della “variante”, delle concessioni edilizie, dei premi di cubatura e della svendita dei terreni. Mentre la politica del cemento aumentava, però, nessuno sforzo è stato fatto per la valorizzazione e crescita degli spazi verdi, con il conseguente aggravamento di un gap che sta già avendo effetti devastanti sull’economia della città. Una situazione che ci vede oggi vittime del paradosso per cui l’immobilità dell’Amministrazione risulta preferibile e meno dannosa della sua operosità.
In attesa della compilazione della scheda del censimento che Le rifaremo recapitare a breve, dunque, caro Sindaco, noi Le chiediamo di non concedere ulteriori permessi edilizi e di non avviare progetti privati o pubblici basati sul cemento, nella piena convinzione che questi hanno il solo effetto di fare arricchire alcuni e di far impoverire l’intera cittadinanza; Le chiediamo anche di non spacciare per progetti “verdi” e di “sviluppo” opere edilizie e chiaramente dannose per la cittadinanza; di recuperare un senso di responsabilità coerente con il ruolo da Lei ricoperto; e di concentrarsi sulla possibilità di convertire le aree edificabili in aree verdi, al fine di migliorare la qualità della vita dei catanesi e lo sviluppo turistico della città.
Il cemento, infatti, non chiama in causa solo ragioni ambientali e d’impermeabilizzazione irreversibile dei territori, ma anche il nostro sviluppo e la nostra identità architettonica; identità che si sta pian piano sgretolando di fronte al proliferare di opere di cemento all’interno del cuore della città di Catania. A riguardo, noi ci domandiamo a cosa possa servire un parcheggio per auto a pochi metri dalla scogliera, in una città in cui l’assoluta mancanza di un’educazione pubblica al non utilizzo della macchina ha reso quasi impossibile far digerire al cittadino l’eventualità di parcheggiare anche a sole poche centinaia di metri dal proprio posto di lavoro o negozio. Insomma, è chiaro che il futuro di Piazza Europa sarà quello di ritrovarsi uno scheletro di un enorme parcheggio su una scogliera ormai del tutto inappetibile.
Esperti da tempo impegnati nel settore hanno dimostrato che il recupero del patrimonio edilizio esistente potrebbe porsi anche come soluzione concreta alla crisi economica di questi anni; sono stati calcolati posti di lavoro sicuri nell’edilizia del recupero per circa vent'anni, senza considerare gli enormi effetti positivi sull’intera economia e qualità della vita dei cittadini determinata dal miglioramento dell’estetica del paesaggio urbano catanese (valorizzazione estetica dei nostri palazzi e salvaguardia del verde) con conseguente sviluppo turistico e dunque strutturale: i turisti scappano di fronte al cemento e rimangono contenti di fronte ad un'estetica urbana ben conservata e rivalutata.
In ultimo, Caro Sindaco, questa lettera vuole essere uno stimolo alla compilazione della scheda di censimento sugli immobili residenziali e non, vuoti, inutilizzati e sfitti, che vi presenteremo tra qualche settimana. Senza dati, infatti, non ci può essere un serio piano regolatore, così come non ci può essere per il cittadino la possibilità di rivendicare il diritto di partecipazione alla propria gestione del territorio.
Valentina Vella (3470535922)
Referente del COMITATO CATANESE DI SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI