di Maria Di Paolo
A Forum PA 2008 per la prima volta abbiamo sperimentato la metodologia operativa della “creativity room”, una riscrittura del concetto di barcamp con quattro non-convegni per permettere ai partecipanti di scambiare idee ed esperienze con la massima libertà. Dopo l’economia della conoscenza, le città sostenibili, le città digitali, ieri è stata la volta dell’e-democracy.
Un workshop di progettazione partecipata, promosso dal CNIPA, basato sul metodo dei “knowledge cafè”, tavoli ristretti di discussione animati da un facilitatore per stimolare una riflessione fra decisori istituzionali ed esperti sui temi legati all’utilizzo delle tecnologie ICT. Paolo Martinez, di IDEAI, che ha fatto da facilitatore in questo appuntamento, ci ha spiegato brevemente il senso di questi eventi e la metodologia di lavoro.
“Ci sono metodologie partecipative che hanno la capacità di scatenare la fantasia, la motivazione, la creatività: in questo momento a FORUM PA 2008 con la creativity room stiamo sperimentando, devo dire con grande successo, una di queste metodologie. È importante creare il contesto adatto – dietro un evento come questo ci sono giornate di preparazione, dalla logistica al catering – creare un’atmosfera in cui le persone si sentano completamente a proprio agio, dove si sentano libere di esprimersi, di rompere gli schemi che normalmente ci sono. Soprattutto è importante innovare nella modalità di coinvolgimento. Non è un impegno gravoso per le persone coinvolte: in questo momento ce ne sono novanta, riunite intorno a dieci tavoli di lavoro, cui chiediamo la disponibilità di tre ore – il tempo standard di un convegno – per condividere – secondo la metodologia del knowledge cafè – le proprie esperienze. La moltiplicazione delle esperienze che avviene tramite il knowlodge cafè è fortissima: dalla moltiplicazione di queste condivisioni emerge alla fine una proposta un po’ visionaria sul tema – in questo caso l’e-democracy e l’e-partecipation – e l’idea complessiva di come sarà il futuro, come saranno e che ruolo avranno le tecnologie, come sarà l’organizzazione.
Il metodo essenzialmente prevede tre domande – che abbiamo concordate prima con il CNIPA. Prima idea, i “miti da sfatare”: spesso ci si basa molto sui risultati che può dare la tecnologia ma in realtà le metodologie e la partecipazione dovrebbero venire prima o in parallelo con le tecnologie che, da sole, il più delle volte disorientano; creare delle reti di relazione, parlare, conoscersi è un elemento fondamentale. Seconda idea, raccontarsi le belle esperienze che hanno funzionato e anche possibili punti e spunti sui quali fare ulteriori passi. Terza idea, lanciamoci nel futuro, permettiamoci di sognare, pur restando con i piedi per terra: io cittadino, io amministratore quali tecnologie, quali organizzazioni”.