Il vibrante articolo diffuso il 7 novembre 2011
di Angela Piscitelli
Li guarderà in faccia, ad uno ad uno. Ed anche noi li guarderemo. Ma poi, quando l’esercito dei poltronari giulivi pecionari irresponsabili ci avranno sfiduciati (ci avranno, perchè stanno sfiduciando il popolo sovrano) noi saremo già pronti, con la nostra bandiera a scendere in piazza, ordinatamente, un lungo serpente umano dalla Val D’Aosta alla Sicilia.
I moderati non sono più disposti a farsi turlupinare da questi politicanti accattoni, capaci di predicar bene e razzolar male, di cavalcare i più ignobili luoghi comuni retorici infischiandosene delle sorti dell’Italia, dell’avvenire dei nostri ragazzi, delle nostre famiglie, del nostro territorio. L‘armata rossa, cattopagnottista, conformista, disfattista, ipocrita sta forse per catturare il suo tiranno: sono li’ disordinati ribelli coi pulsanti a forma di pistola in attesa della capitolazione. Da più parti si gongola. Ma noi siamo qui.
Non è più consentito scherzare. E’ doveroso impedire che ci rubino la sola speranza di farci diventare nazione. Costoro, che sarebbero bravissimi a fare i loro vuoti discorsi impettiti per celebrare l’unità d’Italia, stanno minando alle radici i principi sui quali essa poggia la sua esile e nobile esistenza. L’Italia deve disfarsi e subito di questa gramigna infestante che pensa di vivacchiare alle nostre spalle foraggiando clientele, distribuendo favori, assistenza, favorendo grandi e piccole speculazioni ed infangandoci davanti al mondo.
Basta. Basta. Basta.
Silvio Berlusconi non è un santo, e non è nemmeno un profeta. Ma è un Italiano, con la maiuscola. Da voce e volto ai milioni di moderati che vogliono una Nazione, non un maxicentro sociale alla Leoncavallo, uno stato amico, non mostro burocratico pronto a fagocitare chi non si adegui, un’istruzione libera, non un indottrinamento di asini rossi che sanno arrampicarsi come scimmie sui monumenti, ma se ne infischiano di difenderli e non ne conoscono la storia. Ed una giustizia giusta che non faccia fuori i servitori dello stato e non santifichi i farabutti.
Noi abbiamo le scatole piene di ascoltare balle in politichese, infiammate a forza di sentire che il governo deve cadere perchè non funziona, proprio da quelli che ne impediscono il normale lavoro. E ne abbiamo anche abbastanza di tutti i sentenziatori di professione i montezemoli che ballano il tip tap, le marcegaglie che storcono il naso. Cosa vogliono? Dove pensano di arrivare? Sarebbero felici di consegnare le sorti di tutti noi ad una banda di balordi anche un po’ loschi?
Adesso saremo noi a chiedere al Cavaliere Berlusconi – affinchè questa lunga stagione di speranza e di resistenza, non venga gettata alle ortiche e con essa l’Italia intera – che chieda il consenso grande, grandissimo, plebiscitario a nome di tutti noi per una riforma della nostra Repubblica in senso presidenziale. Una riforma che insieme al federalismo disegni un’Italia armonica in cui ogni identità trovi finalmente una collocazione ed un progetto. De Gaulle lo fece per i francesi. Di lui da noi non si parla. Si capisce. Dei patrioti di ogni popolo qui si ha paura. Potrebbero essere contagiosi.
C’è un momento in ogni destino, in cui la vita di un uomo, per diventare la vita di un grande uomo, ha bisogno di uno scatto d’orgoglio ed offrire se stessa, senza mediazioni, per trasmigrare dal tempo alla storia. Ed il momento è questo, e non ce ne saranno altri.
Noi aspettiamo, con le nostre bandiere sulla soglia di casa, impazienti e determinati. Faremo la nostra parte, perchè l’Italia sia finalmente una nazione: Soyons assez lucides et assez forts pour nous donner et pour observer des règles de vie nationale qui tendent à nous rassembler quand, sans relâche, nous sommes portés à nous diviser contre nous-mêmes! Toute notre Histoire, c’est l’alternance des immenses douleurs d’un peuple dispersé et des fécondes grandeurs d’une nation libre groupée sous l’égide d’un État fort…
Non abbia paura, Presidente Berlusconi. Non abbia paura. Certo, la reazione degli omuncoli sarà terribile, è già terribile adesso. Ma se vogliamo fare l’Italia, e noi vogliamo farla, non c’è altra via. Non abbia paura. Gli Italiani ci sono. Chiamati, risponderanno all’appello. Forza Italia!
Angela Piscitelli – 7 novembre 2011
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