Lavoro. Governo tuteli dipendenti Wind

Continua l'impegno dell'Italia dei Valori per la difesa dell'occupazione. Il partito sta seguendo direttamente oltre 250 casi di crisi aziendale. Lo ha ricordato ieri, nella conferenza stampa alla Camera, il leader IdV Antonio Di Pietro che è anche il primo firmatario di un’interrogazione presentata al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, per chiedere quali misure il governo ha intenzione di prendere per tutelare i lavoratori della Wind, dopo che l’azienda ha dichiarato di voler investire in nuove frequenze e cedere la gestione della rete, mettendo così a rischio l’intera compagnia.
“Se sarà fatta la cessione, nessuno sarà in grado di garantire davvero la salvaguardia del posto di lavoro dei dipendenti della Wind – si legge nel testo dell’interrogazione -. L’esternalizzazione dei soli dipendenti consiste nell’affidare a terzi i 1.600 dipendenti della rete e far gestire a questa società la rete stessa. Non vorremmo che questa decisione serva solo alla Wind per scaricarsi dei costi dei dipendenti e delle strutture per poi procedere ad altre cessioni. Il minimo che un governo diverso da quello precedente possa fare è pretendere che si sospenda la vendita, e per l’eventuale cessione, si ponga come condizione ineludibile un piano di investimenti da parte della nuova azienda in Italia, con l’impegno ad assumere personale altamente qualificato all’interno di un piano industriale di sviluppo e non di razionalizzazione, concordato con le organizzazioni sindacali. Senza queste condizioni ogni atto dovrebbe essere sospeso perché il rischio di disoccupazione non riguarda solo i 1600 dipendenti, che verranno immediatamente ceduti, ma tutti i 4000 dipendenti Wind sul territorio nazionale”.

Il leader IdV chiede quindi: “Se il Governo intenda attivarsi per chiedere alla Wind l’interruzione delle procedure di cessione, nell’ambito dell’incontro previsto per il prossimo 27 gennaio presso il ministero dello Sviluppo economico, e per convocare con massima urgenza i protagonisti industriali del settore e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore, al fine di avviare un piano di sviluppo industriale credibile, che abbia le caratteristiche dell’espansione, dell’investimento e della maggiore occupazione”.

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