di Max Ramstein
Nell'ambito del suo ormai lungo percorso, Melisenda, mia moglie, laureatasi alla Cattolica di Milano nel lontanissimo 1961, ha avuto modo di incrociare persone di vario “stampo”. Fra le quali due perfettamente agli antipodi, chiamerò il primo Mister Sentimentale, il secondo Mister Anonimato.
Mister Sentimentale è stato il suo direttore di tesi poi si sono persi di vista, io non l'ho mai incontrato ma so che è diventato un personaggio pubblico in Italia, e, nel quotidiano su cui scrive ogni settimana, canta continuamente le lodi dell'Amore e dell'Amicizia: davvero forte e, direi, assai simpatico, da parte di qualcuno che ha ormai superato gli ottanta anni. Dai suoi scritti traspare la spinta vitale in grado di smuovere montagne.
Mister Anonimato che mia moglie ha conosciuto (ancora prima del nostro matrimonio a Milano nel 1970), “sul lavoro” , è anche lui un personaggio emblematico ma di tutt'altro tipo. Ha 66 anni ma non ha mai parlato di innamoramento… . Però riesce simpatico a quasi tutti coloro che lo avvicinano, ispira fiducia così, di prim'acchito. E' sempre stato servizievole, addirittura premuroso, nei confronti dell'altro.
Ma perché vedere in lui un Mister Anonimato?
Per la sua stessa ammissione. Parecchi anni fa mi disse una cosa che mi sconvolse, e cioè che all'età di 18 anni aveva capito che l'anonimato è l'unico modo di godersi una vita tranquilla, sempre, ovunque e comunque … Giurò che sarebbe stato questo il suo modello di vita e ha mantenuto parola. Non tiene alcun archivio né cartaceo né informatico però la sua mente ha incamerato, memorizzato un'infinità di numeri, dati, fatti, notizie. Pur non avendo frequentato l'università, ha una capacità di straordinaria sintesi su molti “fenomeni” dei tempi presenti e passati. Tuttavia non scrive mai un rigo, nei blog o nelle lettere ai giornali, non ha un suo profilo su Facebook, probabilmente per non venir meno al suo giuramento di gioventù, di non mettersi mai in mostra.
Essendo una brava, anzi bravissima, persona, Mister Anonimato è ben consapevole degli aspetti, talvolta deleteri, del quadro socio-economico che ci avvolge… Solo che per lui essi sono tutti riconducibili all'Evoluzione, una specie di forza sovrastante l'Uomo, assolutamente non modificabile nel suo decorso. Pertanto, contrariamente ad un Sentimentale od altro Passionale, egli non si entusiasma mai di fronte ad un ipotetico progetto, pensato per cambiare il mondo… Piuttosto, scusandosi per il proprio scetticismo, è portato a ridimensionare immediatamente ogni spunto propositivo, rifacendosi all'unica dinamica, oggi (quasi) unanimamente riconosciuta, anzi ammessa, quella degli indicatori statistici.
La settimana scorsa, feci avere a molti destinatari della presente un'informativa, tratta da una “ufficialissima” fonte elvetica, che rilevava “che sull’insieme della popolazione svizzera, circa un decimo vive al limite del minimo esistenziale”. Subito dopo, Mister Anonimato puntualizzò: “Che io ricordi è il dato medio ricorrente nei paesi più avanzati. Anzi, penso che sia una percentuale tra le più ” buone “( ??? ). In Italia, ad esempio, credo proprio sia ben maggiore del 10%”.
Tutto a posto dunque? Beh, a me scandalizza pensare che in un Paese civile, diciamo europeo, su dieci persone che posso incrociare per strada, almeno una, ma probabilmente più di una, al minimo imprevisto possa trovarsi costretta a chiedere aiuto in giro.
Perché vi racconto tutto ciò? Perché mi sento triste, perché mi rendo conto di essere fuori dal mondo, perché solo oggi, in tardissima età, mi sto accorgendo che la figura di Mister Anonimato, che fino a poco tempo fa avrei considerata l'eccezione, molto probabilmente è la regola. Gli imperturbabili sono la maggioranza. La gente normale dorme di notte, accetta le cose come stanno e nessuno si sente dire, come spesso capita al sottoscritto: “ma insomma tu vuoi cambiare il mondo?!”.
Ogni tanto mi sforzo anch'io di essere ragionevole, vado a guardarmi i sacrosanti indicatori economici. Ieri ad esempio sono andato a curiosare all'interno del (tecnicamente ottimo) rapporto della Banca d'Italia del 14.12.2011 intitolato La ricchezza delle famiglie italiane poi nel Global Wealth Report 2011 del Credit Suisse Research Institute… Ma ci sono anche gli studi recentissimi sugli stipendi “mediani” (bella trovata quell'espressione) delle varie categorie di dipendenti svizzeri.
Ma alla fine la mia conclusione rimane sempre la stessa: Quanti divari, quanta grandissima miseria nascosta… Possibile che nessuno inventi mai niente di veramente positivo, di metodologicamente innovativo (non certo la famigerata “redistribuzione” che offende qualunque spirito libero). Possibile che nessuno abbia voglia di fare finalmente il salto da wealth (ricchezza) a resource (risorse)?
Scusate se vi scoccio. Ripeto il solito ritornello delle mie precedenti lettere: Questo messaggio è diretto a vari amici, conoscenti e corrispondenti, circa settanta nominativi sparsi in Italia e nel Canton Ticino. Chi non desidera più ricevere i miei scritti mi mandi pure due righe, cancellerò il suo nominativo dal mio indirizzario. Viceversa, chi vi trova qualche spunto utile li può girare ad altri, se crede. Aggiungo inoltre: Ogni testimonianza vostra sarà gradita.
Un cordiale saluto
Max Ramstein