Manovra invotabile 4 / “C’è crisi, tassiamo i cittadini onesti”. E perché non far pagare i soliti ignoti?

Monti ci informa che le misure previste dalla manovra sono state apprezzate dall’Europa. Dagli italiani invece no. Il premier sappia che, per i contribuenti che hanno comprato a fatica un’abitazione e pregustavano già la meritata pensione, le “misure incisive” dell’Esecutivo tecnico sono una vera e propria stangata. “C’è crisi, tassiamo i cittadini onesti”, è la ricetta del Governo: e così si fa cassa nel modo più semplice, senza nemmeno provare ad addolcire la pillola con misure, queste sì rigorose, su evasione fiscale, grandi patrimoni e privilegi di ogni risma. La manovra resta invotabile se aumenta le tasse ai cittadini onesti e non fa pagare una volta per tutte i “soliti ignoti”: chi evade il fisco e continua beatamente a farla franca.

I grandi evasori rappresentano il 18% del Pil, come ha ribadito meno di un mese fa il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, sottolineando che in Italia le tasse sono tanto alte proprio a causa di questo immenso sommerso. Un furto alle casse dello Stato di 350 miliardi l’anno, pari a 17 di queste manovre, che ci piazza al secondo posto nella graduatoria internazionale: cioè proprio dopo la Grecia, e lì sappiamo com’è finita. Oggi il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha ribadito che una risoluta azione di contrasto all’evasione fiscale deve essere prioritaria. Commentando la manovra, il numero uno di Palazzo Koch ha sottolineato che è l’evasione il maggior ostacolo ad una revisione del sistema fiscale, necessaria per allentare la pressione su fasce sociali in difficoltà e dare maggior stimolo all’attività di impresa e all’occupazione. Mettere al primo posto la lotta all’evasione significa,quindi, risolvere i problemi del nostro Paese, ed è un dato di fatto che, come il precedente, anche questo Governo non lo sta facendo. Chi evade, in galera subito perché ruba il futuro alle nuove generazioni e mette sul lastrico pensionati e fasce sociali deboli.

E non ci vuole la bacchetta magica per affrontare rigorosamente questa piaga: norme più severe, controlli più serrati. Il Governo è composto da professionisti competenti, non capisco e non accetto le loro difficoltà ad usare il pugno di ferro contro chi evade le tasse per farle pagare alla gente per bene. Con i nostri emendamenti abbiamo provato ad aiutare l’Esecutivo dei professori a superare questo strano imbarazzo, cominciando ad esempio a ripristinare le norme soppresse dal precedente Governo; prevedendo l’obbligo di inserire nella dichiarazione patrimoniale non solo i redditi ma anche i beni mobili e immobili nascosti all’estero; inasprendo senza riserve le pene per i furbetti che evadono le tasse, così che perdano vizio e pelo. Monti ha abbassato la soglia per l’utilizzo del contante da 2.500 a 1.000 euro: noi chiediamo di abbassarla ulteriormente. “Sarebbe auspicabile”, ha detto il Governatore Visco. Lo abbiamo scritto in uno dei nostri 130 emendamenti alla manovra, suggerendo di portarla da 1.000 a 500 euro. È necessario prevedere a monte misure che scoraggino i comportamenti illeciti. Prevenire è meglio che curare.

Ecco alcuni modi di combattere l’evasione, come vedete non ci limitiamo a criticare solo per spirito di contraddizione: facciamo le nostre proposte per correggere e migliorare una manovra iniqua, deludente e recessiva. Monti ha detto che terrà conto degli emendamenti di chi ha votato la fiducia: noi lo abbiamo fatto, senza accettare misure a scatola chiusa, e ci auguriamo davvero che ripensi profondamente allo spirito di questa manovra. La lotta all’evasione dovrebbe guidare ogni volontà di risanamento dei conti pubblici ormai ridotti ad un colabrodo: possibile che l’Esecutivo della discontinuità non sappia fare di meglio?

Un’altra cosa rimprovero a Monti: ha affermato di essere consapevole che le misure sono largamente impopolari, ma che tanto lui non ha il problema di ripresentarsi alle elezioni. Ha però il dovere di rappresentare tutti i cittadini, non sta amministrando una società privata! Del suo mandato non deve rendere conto solo al mondo della finanza e dei mercati internazionali, ma alla società italiana, a quell’economia reale che proprio il sommerso dell’evasione ha messo in ginocchio. Temo che questa miopia di fondo sia la chiave di lettura di una manovra forte con chi è in difficoltà e debole con i poteri forti.

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