MARIO MONTI: DALLA COMMISSIONE EUROPEA A PALAZZO CHIGI, ADIEU SILVIO, FINE DI UN’ERA? PDL SULL’ORLO DI UNA CRISI DI UNITA’

Italia, paese di mare e monti. Da oggi la parola Monti può entrare ufficialmente dentro i palazzi della politica, ma con un ruolo importante: si tratta del Prof. Mario Monti, da qualche giorno senatore a vita, un’illustre figura ben voluta dal nostro Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che desidera fortemente la sua salita al Colle per ricevere l’incarico di formare il nuovo Governo, quel governo tecnico e di larghe intese che dovrebbe aiutare l’Italia a uscire pian piano dalla crisi economica, una recessione che ci ha messo seriamente in difficoltà, ha imbarbarito il mercato del lavoro, ma soprattutto ha impoverito gli italiani. La leadership di Silvio Berlusconi, dopo tre anni e mezzo, abdica e forse con la fine di questo esecutivo finisce anche l’era berlusconiana, un’era iniziata ben diciassette anni fa, quando l’allora giovane Cavaliere Silvio Berlusconi, da tutti conosciuto solo come editore e imprenditore, sbarcò il lunario assumendosi l’incarico di salvare l’Italia dai disastri di Tangentopoli, quello tsunami che portò alla fine di partiti che hanno fatto la storia e alla conclusione di un’era, la prima Repubblica, durata per quasi 50 anni e iniziata dopo la cessazione della seconda guerra mondiale, la nascita della Costituzione e l’inizio dell’era De Gasperi. 5 volte Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi è stato costretto a dimettersi per via di una maggioranza numerica non più presente, dopo il fallimentare voto sul rendiconto dello Stato: il Cavaliere, vincitore delle ultime elezioni con larghissimi consensi, paga il suo divorzio da Gianfranco Fini dopo ben 17 anni di sodalizio e le tante promesse, inserite nel suo programma di governo, e poi non adempiute come gli italiani si aspettavano: elementi che messi insieme hanno fatto perdere al nostro Paese la fiducia nell’Europa. Prima dell’Europa sono soprattutto gli italiani, a cominciare dai giovani, a non aver più fiducia nel governo, entrato in carica a fine aprile 2008 e finito nel precipizio, riducendosi ad un “governicchio” con una maggioranza ristretta e impotente di fronte ad una situazione economica che nessun Dio dell’Olimpo sarebbe in grado di sconfiggere. Ora la palla dovrebbe passare al senatore Mario Monti che però si augura di avere una larga maggioranza: Pd, Fli e Udc sono favorevoli, l’Italia dei Valori è dubbiosa, nell’attuale maggioranza, ormai con la m minuscola, la Lega è prossima a passare all’opposizione e il Pdl è diviso: rischio di scissione dentro al partito di Berlusconi? Tutto è possibile e le scissioni sono il pane quotidiano di questa seconda Repubblica, dimostrazione che la corrente di pensiero di partito non esiste più da anni. Salvare bipolarismo e democrazia, come predica anche il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara o salvare l’Italia dal default? Il nostro tricolore invoca Monti per la salvezza del Paese e Berlusconi? Dopo la fine del suo governo, non gli resta che raccogliere i cocci di un esecutivo andato in frantumi, ora al prode Cavaliere spodestato del suo cavallo resta anche un’altra missione ovvero rifondare il partito con tutti i suoi nessi e connessi, rifare un piano di lavoro che prepari il Popolo della Libertà alle elezioni del 2013, ma per farlo dovrà sicuramente mantenere saldo il concetto di unità, un’unità che ultimamente fra i “traditori”, dissidenti di Scajola e l’ultimo gruppo capeggiato da Altero Matteoli, fermo sostenitore del voto anticipato, è stato seriamente messo in discussione.
Marco Chinicò

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