Se penso a un governo tecnico mi viene l’orticaria

In queste ore sento parlare di governo tecnico e al solo pensiero mi viene l’orticaria.
Ho letto anche le vostre risposte al sondaggio che ho lanciato sulla mia pagina facebook. L’ipotesi appare la più gettonata ma poi ho visto che alcuni di voi si aspettano che sia cambiata subito la legge elettorale. Poiché sono sicuro che non lo faranno, continuo a essere convinto che le elezioni anticipate siano il male minore.
Il governo tecnico è sempre stato un ibrido molto pericoloso. Innanzi tutto perché normalmente, quando la politica abdica, è perché vanno prese misure largamente impopolari che tutelano i poteri forti e si accaniscono sui soliti noti, i lavoratori e più in generale il mondo produttivo. Poi perché questi governi presuppongono un ribaltone o, comunque, una maggioranza che non è quella uscita dalle elezioni. Infine, perché a votare riforme impopolari c’è sempre e comunque una maggioranza politica che si nasconde dietro i tecnici perché ha paura di assumersi le proprie responsabilità.

Mi si dirà che il momento è talmente grave che sofismi di questo genere non ce li possiamo permettere. Mi dispiace ma non sono d’accordo. Alla sola voce che Berlusconi forse si sarebbe dimesso, i mercati hanno puntato decisamente al rialzo e lo spread con i titoli tedeschi è sceso.

Per questo non reputo così irresponsabile chiedere elezioni subito. Meglio ancora sarebbe la formazione di un governo che in un paio di mesi tenesse i conti in ordine mentre cambia la legge elettorale nel senso voluto dal referendum. In questo modo si potrebbe andare alle urne al massimo entro marzo. Francamente però, come dicevo, non credo che in questo Parlamento ci sia una maggioranza che possa cambiare le regole del gioco, quindi il male minore è andare alle urne immediatamente. Già, è il male minore perché l’alternativa alle elezioni sarebbe un governo tecnico o, peggio ancora, un governo Letta in piena continuità con l’esecutivo Berlusconi.

Ma lasciatemi soffermare ancora un attimo sull’ipotesi di governo tecnico. Diciamoci la verità, parliamo di un’invenzione tutta italiana (non conosco esperienze simili in paesi come Francia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna eccetera) e tutta da ascrivere al passaggio tra la prima repubblica che moriva e la seconda che stava nascendo. Penso ad alcuni governi della prima metà degli anni ’90 che fecero riforme dolorosissime. Oggi, a me pare, le cose sono radicalmente cambiate. Se il sentimento verso la politica è di generale scetticismo, è anche vero che ogni volta che i cittadini vengono chiamati a dire la loro, quando cioè sentono di essere protagonisti di una scelta, lo fanno con un entusiasmo e una partecipazione che fino a qualche anno fa erano sconosciuti. Penso ai referendum dello scorso giugno, ma anche al fenomeno delle primarie.

Dunque è arrivato il momento di cambiare marcia. Niente ricette del passato, niente trucchetti e inganni. Oggi, grazie al web, i cittadini hanno il diritto, il dovere e, credo, anche il piacere di orientare le scelte della politica. Sono convinto che in futuro sempre più spesso saremo eletti per quanto siamo stati capaci di rappresentare i cittadini. Per rappresentarli, però, è necessario saper ascoltare e dialogare. Ma un Governo tecnico chi ascolterebbe: banche, banchieri poteri forti? E nell’interesse di chi?

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy