Nuova legislatura problemi antichi

Si sono insediati i parlamentari che decideranno le sorti dell’Italia nei prossimi cinque anni Tra essi ci sono anche i nostri parlamentari, sei senatori e dodici deputati, tra i quali anche i cinque che rappresentano gli italiani residenti nell’America Meridionale.

Come è già stato scritto da molti commentatori, il nuovo Parlamento rispecchia una situazione diametralmente nuova rispetto al precedente. C’è una nuova maggioranza, che ha i numeri sufficienti, sia alla Camera che al Senato, per decidere. Ci sono solo cinque gruppi parlamentari in ogni sede parlamentare, contro i quattordici che c’erano prima. La nuova coalizione di governo , presieduta da Silvio Berlusconi, almeno nella carta, sembra molto più omogenea della precedente presieduta da Romano Prodi, anche se non pochi esponenti politici sostengono che sarà tenuta in ostaggio dalla Lega.

In questo quadro certamente nuovo, diverso, si inserisce la presenza dei nostri 18 e in esso si nota subito una prima differenza con la precedente legislatura: non ci sarà un “nostro” parlamentare ad avere un peso decisivo per la sopravvivenza dell’Esecutivo. Anche se il sen. Pallaro ha agito con grande responsabilità istituzionale durante i due anni che ha svolto quel ruolo di ago della bilancia, non sono mancati gli attacchi interessati, sia da destra che da sinistra, per scaricare su di lui i problemi della maggioranza per essere compatta o quelli dell’opposizione per far cadere il governo.

Come è noto, la precedente legislatura è vissuta in uno stato di costante emergenza per cui i nostri problemi sono stati poco affrontati e meno ancora risolti. Questo dovuto anche al fatto che i “nostri” parlamentari si trovavano ad affrontare una via nuova, mai percorsa fino ad allora da nessuno e hanno dovuto pagare il prezzo di quell’inesperienza. E inoltre l’esistenza di un clima di confronto tra i due schieramenti, nella precedente legislatura, ha influito anche sui “nostri” parlamentari che anche a causa di tal clima, non sono riusciti ad impostare strategie comuni.

Ora la nuova legislatura apre nuove opportunità in questo senso e, almeno a parole, alcuni tra i 18, di destra e di sinistra, si sono detti disposti a collaborare, quando si tratterà di dibattere sulle politiche per gli italiani all’estero.

Politiche che se cercassero la soluzione a problemi annosi e tanto dibattuti, dovrebbero cominciare proprio con la costituzione di una commissione bicamerale della quale dovrebbero far parte i 18, più altri parlamentari eletti in Italia che conoscano queste problematiche.

Di esse hanno parlato durante la campagna elettorale e anche in questi giorni, quasi tutti i 18. Problemi che sono noti e la cui soluzione dovrebbe costituire un programma minimo da attuare subito.

A cominciare dal sapere quanti siamo e dove siamo. Perché una buona volta si metta ordine nelle anagrafi consolari, comunali, AIRE, ecc. Come si può impostare una politica se non si sa a chi e a quanti è destinata? Le operazioni di adeguamento fatte negli ultimi due anni evidentemente non sono state sufficienti se ancora oggi circa mezzo milione di connazionali all’estero – secondo le stime ufficiali – non sono registrati nell’AIRE.

A questo problema si aggiunge quello della cittadinanza, i cui progetti di riforma si sono fermati in commissione l‘anno scorso. E legato a questo problema, l’altro della rete consolare.

C’è poi da fare una seria riflessione sul voto per corrispondenza. Silvana Mangione, consigliere del CGIE degli Stati Uniti, sostiene in un recente articolo che far votare nei seggi, comporterebbe l’apertura di oltre 40mila seggi in tutto il mondo, da affidare ad oltre 400mila persone. Un problema, ricorda, per il quale il CGIE aveva chiesto un parere al MAE, ricevendo come risposta che se invece del voto per corrispondenza si decidesse per il voto nei seggi, circa l’80 per cento degli attuali elettori, non potrebbe votare.

Basilio Giordano residente in Canada ed eletto al Senato, ha messo tra i problemi più urgenti il sostegno alla stampa scritta, alla stampa italiana all’estero, così come agli altri media.

Franco Narducci residente in Svizzera e riconfermato alla Camera, ha sottolineato l’importanza della Conferenza dei Giovani, che dovrebbe essere convocata quest’anno, senza che siano dimenticati i problemi dell’assistenza agli anziani indigenti.

Problemi vecchi per la nuova legislatura alla cui soluzione dovranno impegnarsi i nostri 18. E anche gli altri.

Sperando che non si avveri l’avvertimento del “nostro” deputato Ricardo Merlo, che sostiene che la Lega di Bossi, che avrà un grande potere nel nuovo governo, non vuole il nostro voto e potrebbe lavorare per ottenere una modifica affinché ci sia tolto nel quadro delle riforme istituzionali sulle quali ha annunciato che lavorerà il nuovo governo, visto che il dicastero delle Riforme sarà affidato proprio a un esponente della Lega.

L’appello di Merlo a lavorare insieme parlamentari e Comites e CGIE in questo campo, dovrebbe essere ascoltato.

marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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