L’unica speranza di uscire dalla crisi è che il governo se ne vada a casa. Ne sono stato sempre convinto e adesso lo sono ancora di più.
A rafforzare la mia certezza è il comportamento che il centrodestra ha avuto oggi. Di fronte alla giornata forse più drammatica di questa crisi internazionale, mentre l’opposizione si compatta e lancia la sua proposta di esecutivo alternativo per il bene del Paese, il governo non trova di meglio che blaterare qualche cosa sulla legge di stabilità e attaccare. Attaccare chiunque: la Grecia, l’opposizione, i governi passati, la congiuntura internazionale. Non mi stupirei se incolpassero anche qualche presenza marziana per la situazione economica in cui si trova l’Italia. Tutto pur di non ammettere il loro fallimento.
Non che mi aspettassi un improvviso colpo di genio, non hanno fatto nulla in tre anni non potrebbero mai risolvere la situazione in poche settimane. Nessuna dichiarazione affidabile. Un po’ di sobrietà e di silenzio, allora? Ma che! Un mea culpa? Nemmeno a parlarne.
Con la borsa che chiude con un crollo che sfiora il 7%, lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che raggiunge in giornata i 459 punti, la maggioranza oggi ha pensato bene di chiedere all’opposizione ‘responsabilità’ su un pacchetto di misure presentate all’Unione europea, di cui non abbiamo saputo nulla di ufficiale. Ciò che ci è pervenuto, dopo il viaggio del premier a Bruxelles, è trapelato tramite indiscrezioni stampa e con il comizio di Berlusconi nel suo Parlamento preferito: il salotto di Bruno Vespa.
Ricordo agli esponenti del centrodestra che l’opposizione ha dimostrato già grande responsabilità, facendo approvare, solo per fare un esempio, in soli tre giorni la manovra economica di agosto. Se su altro il confronto non c’è stato, è colpa delle ossessioni di Berlusconi che ha portato nelle Aule solo provvedimenti ad personam, blindati dalla fiducia. Come se non bastasse, anche sul pacchetto di disposizioni economiche per superare lo sviluppo minacciano il voto di fiducia!
Di quale confronto parlano, dunque? I primi a scappare al confronto sono loro, perché non hanno nulla da dire. Ed è chiaro che il nulla ha bisogno di tanto fumo per nascondere una inconsistenza devastante.
Ed ecco l’altra conferma di oggi. La strategia dell’attacco per coprire la propria inconsistenza. Se dopo il passaggio in Europa i mercati reagiscono ancora al ribasso, è perché il governo italiano non è credibile. E come tutti coloro che sono nel torto e non hanno nulla da dire, gli esponenti della maggioranza trovano la strada dell’attacco. Gridano contro quella che, a dir loro, è l’incapacità e la poca credibilità degli altri.
Peccato che al governo ci siano loro. Sono loro a dover dimostrare qualcosa. Noi come opposizione abbiamo già provato in numerosi passaggi, dentro e fuori il Parlamento, la nostra credibilità e affidabilità. Non ultimo oggi, mettendo da parte il nostro desiderio di elezioni subito per il bene del Paese e aprendo ad un governo d’emergenza anche con il Terzo Polo.
Immagino che questo spirito di servizio spiazzi gli accoliti di Silvio, abituati ad usare le istituzioni solo per bassi interessi personali. E non provano, ahinoi, nemmeno il senso di colpa per aver trascinato a fondo l’Italia. Almeno mostrino un po’ di attaccamento verso gli italiani. Per una volta scelgano il silenzio.