Questo governo affonda l’Italia

Se uno va a guardare i dati Istat sul fatturato dell’industria italiana nello scorso agosto, gli viene quasi da fregarsi le mani per la contentezza. Ordini aumentati del 5% su base mensile e di oltre il 10% su base annua. Aumenti del fatturato del 3,8 sul mercato interno e del 4,6 su quello estero. Le merci che registrano il maggior aumento sono i mezzi di trasporto, e anche questa dovrebbe essere una buona notizia per un Paese come il nostro.
A leggere quei dati sembra quasi che la crisi sia alle spalle e la ripresa sia finalmente cominciata. Sarebbe davvero così se la società italiana non dovesse scontare la palla al piede rappresentata dal governo.
Se dopo esserci rifatti gli occhi con i dati Istat passiamo al famoso spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi vediamo che è tornato a salire oltre i 380 punti: un disastro. Gli industriali non hanno più fiato in gola per ripetere che se il governo continua a non fare niente loro non ce la possono fare. I sindacati dicono la stessa identica cosa. L’Europa reclama che misure per la crescita e lo sviluppo. Il capo dello Stato insiste perché il governo si muova.
Ma il governo non lo farà. Il decreto sviluppo di cui il presidente del consiglio parla tanto è la solita patacca. Quel decreto non c’è e non ci sarà mai, perché Berlusconi non ha il coraggio di portare nessuna misura vera in Parlamento. Sa benissimo che la sua maggioranza prezzolata regge fino a che deve soltanto votargli la fiducia, ma si sfascia appena bisogna fare qualcosa in più.
La conclusione è chiara: l’Italia c’è, la sua società e il suo apparato produttivo non solo sanno stare a galla ma sanno anche nuotare bene. O meglio, lo saprebbero fare se non ci fosse la pietra al collo del governo che le tira a fondo.
Cosa vogliamo fare, liberarcene o annegare tutti con Berlusconi?

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