Su Twitter come @politicaevalori, per essere sempre in contatto con voi

Cari Amici,

Da ormai diversi anni cerco di dedicare tutto il tempo e l’attenzione possibili a questo blog ed alla mia pagina su Facebook. Un impegno che mi ha portato ad incontrarmi e confrontarmi con molti di voi e dal quale ho imparato molto.

Tuttavia la tecnologia cambia e lo scenario si evolve. Per questo motivo all’inizio dell’estate mi sono affacciato anche su Twitter. L’ho fatto in incognito, con un account non direttamente riferito al mio nome.

Una scelta motivata dal fatto che volevo studiare uno strumento per me nuovo ed immergermi nel dialogo come un qualsiasi utente, senza i riflettori che sarebbero stati accesi dal ruolo che ricopro, e che mi avrebbero impedito di comprendere le regole della conversazione in quel contesto. In questi mesi di sperimentazione credo di averne cominciato a capire le regole e le principali dinamiche. Per questo motivo mi sento ora pronto per “rivelare” la mia identità e continuare con gli utenti di twitter un dialogo ormai proficuo ed avviato. Se volete seguirmi anche lì, quindi, non dovete far altro che seguire @politicaevalori, che non è altro che un altro modo per essere in contatto con voi.

Mai come in questi mesi, infatti, ritengo che sia importante mantenere vivo il dialogo tra noi politici ed i cittadini. È proprio dall’interruzione di tale dialogo che si apre la strada a quei sentimenti di antipolitica che sono così dannosi per il nostro Paese. Sentimenti che buttando il bambino con l’acqua sporca allontanano dal dialogo e – per usare le parole di Daniel O’Connel – ci fanno dimenticare che “tutti i miglioramenti e i progressi nella società possono e devono essere ottenuti perseverando in un perfetto e pacifico corso legale. Non possono essere ottenuti attraverso la forza, o se si potessero ottenere con mezzi violenti, tali mezzi creerebbero più male di quello che potrebbero curare, lasciando il Paese peggio di quanto fosse prima”. La distanza che separa la politica dall’antipolitica è quella che distingue i manifestanti del 15 Ottobre dai Black Bloc che hanno devastato Roma. È la distanza che separa il dialogo dallo scontro, il confronto dalla guerra.

È per questo che penso che impegno preciso di ogni politico debba essere quello di fare del tutto per mantenere vivo il dialogo con i cittadini che rappresenta, approfittando di ogni occasione e di ogni strumento che la tecnologia mette a disposizione per farlo. Io ci sto provando. Spero, con il vostro aiuto, di riuscirci.

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