Clan Pesce, sequestrati 18 mln di beni ma ancora “forte potere di condizionamento”

13 ott 2011 | Categoria: news ShareThis“C’é ancora da lavorare, e quello di oggi non è certamente il primo provvedimento di misure di prevenzione a carico della cosca Pesce di Rosarno”.
Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Michele Prestipino Giarritta, incontrando i giornalisti nella sede del comando provinciale della Guardia di Finanza, dopo il sequestro di beni per 18 milioni di euro a carico di presunti appartenenti al clan Pesce.
“Questa misura di prevenzione – ha sottolineato Prestipino – dà il senso di quanto sia esteso, vasto, sul territorio, il potere di condizionamento di una delle cosche della ‘ndrangheta piu’ potenti in Calabria e fuori dalla regione. Dai trasporti, al commercio di prodotti ortofrutticoli; dagli immobili, soprattutto terreni agricoli, fino all’acquisto di società calcistiche. Un ‘affare’ apparentemente poco interessante per una cosca della ‘ndrangheta, ma utilissima per costruire consenso sociale attorno all’associazione criminale”.
“Sotto il profilo più operativo delle indagini – ha concluso Prestipino – l’azione congiunta del Comando provinciale dei carabinieri e le verifiche approfondite della guardia di finanza, hanno enucleato una conclusione unitaria che ha permesso alla Dda ed al Tribunale-Misure di prevenzione di richiedere il provvedimento di sequestro dei beni. Voglio ancora ricordare che su questo ennesimo provvedimento hanno pesato le dichiarazione della collaboratrice di giustizia, Giuseppina Pesce”

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