I MINISTRI MERIDIONALI LASCINO IL GOVERNO CHE FAVORISCE IL NORD

Ogni anno il rapporto dello Svimez (www.svimez.it), l’Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, offre un quadro sempre più allarmante del Sud. Costantemente, infatti, cresce il divario con il Nord del Paese. L’ultimo, da questo punto di vista, è stato esemplare.
Il Pil del Settentrione, secondo lo Svimez, è aumentato nel 2010 dell’1,7 per cento, quello del Meridione solo dello 0,2. Un governo che si rispetti dovrebbe lavorare per far crescere ulteriormente il Prodotto interno lordo del Sud. Invece, si legge nel rapporto, “l’effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare, in termini di quota sul Pil, 6,4 punti al Sud e 4,8 punti nel Nord”.
Si tratta di numeri impressionanti perché lo stesso studio, oltre a confermare che più di un terzo dei giovani del Meridione è senza lavoro, certifica una diversa crescita tra le due aree del Paese a vantaggio del Settentrione. Insomma, chi produce meno, paga di più. E questa sarebbe l’equità sociale che il governo aveva promesso? Con questi numeri si producono soltanto danni terribili alle zone dell’Italia che avrebbero bisogno di maggiore sostegno e attenzione.
In prospettiva, poi, la situazione è ancora più drammatica. Studiando i flussi migratori, lo Svimez arriva, infatti, alla conclusione che il Sud è a rischio “tsunami demografico”. Nel 2050 gli over 75 cresceranno di dieci punti percentuali. E non è tutto. Non solo spariranno i giovani, ma si stanno volatilizzando anche le imprese. Tra il 2008 e il 2010, si legge nel rapporto, si è perso in Italia poco più di mezzo milione di posti di lavoro. Di questi ben 281.000 sono nel Mezzogiorno. Insomma, pur essendoci meno del 30 per cento degli occupati italiani, il 60 per cento delle perdite di lavoro si concentra al Sud. Una fotografia raccapricciante.
Potrei continuare con altre cifre, ma sarebbero tutte dello stesso tenore. Non c’è un solo indicatore che, rispetto all’anno precedente, diminuisca il differenziale tra Nord e Sud del Paese. La situazione è peggiorata in tutti i settori.
E’ chiaro che ci troviamo di fronte a politiche economiche che hanno di fatto avvantaggiato le regioni più ricche e produttive e hanno penalizzato quelle più depresse. Ed è ancora più chiaro che questa operazione è stata fatta per privilegiare le aree dove la Lega ha i propri interessi elettorali. Di fronte a numeri come questi qualsiasi esecutivo serio farebbe un passo indietro ammettendo il proprio fallimento. Berlusconi non si dimette per i suoi scandali, dubito che lo faccia per altri motivi. Ma i ministri e i parlamentari meridionali del centrodestra, leggendo il rapporto Svimez, se avesserero un minimo di coscienza civile, dovrebbero immediatamente togliere la fiducia a questo governo.

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