VCO: LA CRISI CHE C’E’, MA SI VUOLE CONTINUI

I numeri sono spesso impietosi ma fotografano spesso la verità: potranno essere interpretati e commentati, ma restano. E sono i numeri a dirci che l’economia del VCO non decolla, che le aziende industriali sono in crisi, che in sette anni si sono persi 2400 posti lavoro nell’industria e che l’unico settore che “tiene” – seppure con una certa difficoltà – è quello del turismo.

E’ evidente che il turismo non può e non deve “scacciare” né l’industria né le altre attività economiche del VCO, ma forse dovremmo tutti capire che è evidentemente l’unico settore – insieme a quelli legati alla cura della persona ovvero alla sanità e ai servizi – dove c’è un futuro per la nostra zona.

Se ci riflettiamo con serietà dovremmo allora condividere che una buona parte degli investimenti dovrebbe essere puntata a farci crescere in questo campo, anche perché migliorerebbe la qualità della vita dei cittadini che – ovviamente – possono in buona parte usufruire delle stesse strutture messe a disposizione degli ospiti.

Ma se tutto questo è logico, perché ci sono ovunque preconcetti in questo senso?

La lunga “querelle” sul Centro Eventi Multifunzionale all’Arena di Verbania sollevata da una parte dell’opposizione di sinistra che non esita a far di tutto addirittura per boicottare il potenziale finanziamento di oltre 10 milioni di euro che verrebbe (gratuitamente!!!) concesso alla città per realizzare l’opera ne è un esempio

Mi resta un mistero di come si possa pensare altrimenti ad un futuro turistico della città se ad oggi non esiste una sala di 200 posti agibili per un qualsiasi incontro, convegno o manifestazione.

Allo stesso modo credo che il nostro turismo abbia bisogno di infrastrutture ma non di essere stravolgente per l’ambiente e quindi rimane per me un altro mistero il perché non si possa pensare a rendere la SS 34 del Lago Maggiore una strada “turistica” piuttosto che a scorrimento veloce. Intendo dire che con pochi soldi (rispetto ai ciclopici quanto incerti lavori della Circonvallazione di Verbania) basterebbe molto ma molto di meno per realizzare piste ciclabili, aree di sosta, cura delle barriere, eliminazione delle strozzature ecc. per rendere più fluido il traffico non pensando solo alla velocità.

Invece i buoni discorsi teorici si infrangono contro una realtà che è fatta di infiniti “stop and go”, con aumenti esponenziale dei ritardi e dei costi.

Intanto tutte le possibilità importanti di intervento restano al palo: dall’Eden alla Colonia Motta, dal Santa Maria a Villa Poss tutto è fermo, complice la crisi economica. Iniziative che forse ripartirebbero se il privato vedesse che il “pubblico” si muovesse in modo determinato per lo sviluppo anche turistico del territorio

Eppure chi fa sbaglia, chi propone è criticato, chi vuole muoversi è visto con eterno sospetto.

Io questo lo chiamo preconcetto politico di una sinistra (ripeto: di una parte di essa, perché altre persone sono del tutto ragionevoli) che ha ridotto economicamente allo straccio la città governandola per 64 anni, non ammette le proprie responsabilità ed alla quale dà un fastidio tremendo che qualcuno riesca o possa riuscire dove loro sono falliti.

Ma anteporre gli interessi di parte al futuro della città è un atto ignobile, delittuoso, assurdo.

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