Los Angeles: Scongiurato “Carmageddon”

PIANETA AMERICA

L’apocalisse non ha transitato sulla 405

Houston, TX – Da recente si parlava della possibilità quasi leghista di spaccare in due la California creando come cinquantunesimo stato la California del sud. Qualche buon bontempone, in modo piuttosto sarcastico, poneva la domanda accolta con grande ilarità se per essa si volesse scegliere, per caso, come capitale Disneyland.

Molti dei Californiani che hanno riso abbondantemente per la battuta riguardante il loro eventuale futuro separatista non hanno avuto invece nulla da ridere al momento in cui e’ stato comunicato loro che, a causa della necessita di demolire parte del ponte del Mulholland Drive, si sarebbe verificata la chiusura di una tratta di circa dieci miglia dell’interstatale 405 della durata di circa cinquantatré ore che dovrebbe concludersi verso le cinque o le sei antimeridiane di domani.

L’arteria in questione e’ una delle più importanti dell’area e la prospettiva di rimanere bloccati in un traffico mastodontico e senza precedenti per giorni e’ sembrata subito talmente terrificante che per il temuto disastro e’ stato coniato subito il termine di “CarMageddon”.

La Bibbia, i film catastrofici ed i videogame sono sempre presenti nella mente di moltissimi Americani e, per questo motivo, il temutissimo ingorgo autostradale che senza dubbio avrebbe avuto le sue vittime e’ stato appunto battezzato con una parola composta traducibile con “AutoApocalisse”.

Nelle ultime ore, dopo che gli inviti alla moderazione erano stati diramati opportunamente, i cittadini dell’ipotetico nuovo stato della California del sud, atterriti dalle possibili conseguenze, hanno fatto buon uso del loro cervello ed hanno lasciato la macchina in garage o sul vialetto davanti alla casa risparmiandosi cosi' il possibile ed ennesimo incubo legato alla circolazione stradale.

Mentre nell’area occidentale di Los Angeles proseguono i lavori annunciati si spera che, dopo la prima prova di grande responsabilità e collaborazione con le autorità della grande metropoli, nessuno si metta in auto per transitare sul tratto nevralgico della 405 durante tempo previsto per l’esecuzione dei lavori cercando magari di scivolare tra le maglie dei blocchi della polizia.

Carmageddon non s'è verificato e, siccome il temutissimo cataclisma autostradale e’ stato subito tesorizzato dai media, quello che e’ sembrato invece prendere il suo posto e’ stato un alternativo “CopterGeddon” causato dai numerosi elicotteri dei network che, ad un certo punto , oltre a risultare spiacevoli per il loro prolungato ronzio, hanno fatto temere una possibile collisione per l'improvvisa congestione del traffico aereo sull'area vietata agli automobilisti .

Mentre il traffico continua a svolgersi senza problemi ed il centro delle operazioni della città di Los Angeles sotto la supervisione del sindaco segue l’evolversi della situazione il traffico che e’ mancato sulla 405 sembra aver preso il percorso alternativo di Facebook e di internet.

Gli automobilisti di questa che per la sue caratteristiche geografiche e’ una delle zone più a rischio d’America, oltre che ai microfoni dei giornalisti non hanno mancato di far conoscere la propria opinione sui social network su quanto s’era verificato a causa della chiusura della 405. Non sono mancate le rimostranze piuttosto accese da parte di chi considera sacra l'interruzione del fine settimana dedicata appunto agli spostamenti necessari per potere condividere un po di tempo tempo con genitori, parenti ed amici.

C'è pure chi e’ rimasto piacevolmente sorpreso nel considerare come forse anche senza l’auto, che per gli Americani e’ forse più casa della loro stessa e vera dimora, si può anche vivere e sopravvivere.

A seguito della felice conclusione di Carmageddon rimane pero’ da considerare quali sarebbero le prospettive della popolazione nel caso in cui il crollo di questo o di altri ponti si verificasse al di fuori dei lavori pianificati dall’amministrazione della città e se questi fossero causati, invece, da un evento naturale come un terremoto.

Da tempo s’attende con grande apprensione il verificarsi, dato per possibile, di un “big one”, il “terremoto grande” che avrebbe conseguenze veramente apocalittiche proprio a causa dei danni che verrebbero a prodursi nei confronti delle infrastrutture tra le quali le autostrade, i ponti, ed aggiungerei anche le centrali nucleari. La storia anche recente insegna che i costruttori sono in grado con la loro tecnologia di prevedere tutto ma che, puntualmente, mentre si riesce a vanificare qualcosa causato dall’uomo come appunto CarMageddon, alla fine, si rimane sempre sorpresi ed inermi rispetto agli eventi naturali che riescono a farsi gioco di ogni possibile tecnologia ingegneristica. Per le prove a supporto di questa teoria si veda quanto e’ successo alle dighe che avrebbero dovuto proteggere New Orleans da Katrina e quanto s'è verificato in Giappone alla centrale nucleare di Fukushima. Tutto era stato previsto tranne un nuovo trucco della natura o peggio la combinazione di alcuni di questa i quali riescono ad aggirare sempre tutti i dispositivi e tutte le precauzione di un genere umano che s'ostina a non capire e non si decide ancora ad accettare i propri limiti.

RO PUCCI

07 / 17 / 2011

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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