Napoli: appello a Manfredi per la “Casa della socialità”

Napoli: appello a Manfredi per la “Casa della socialità”

L’edificio all’Arenella abbandonato tra erbacce e rifiuti

            ” Siamo alla fine di ottobre e, nonostante gli impegni e le promesse passate, sin qui sempre disattesi, l’inaugurazione della “Casa della socialità”, la struttura realizzata dal Comune di Napoli in via Verrotti, nel quartiere Arenella, che rischia di passare alla storia come “eterna incompiuta”, appare sempre più come un miraggio mentre negli ultimi tempi, anche attraverso i mass media, si sono sprecate le proposte per un diverso utilizzo dei locali  – esordisce  Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che segue da anni quest’emblematica vicenda  -.  Già nei mesi scorsi la Giunta comunale di Napoli aveva deciso di concedere temporaneamente gli spazi in questione, in comodato d’uso gratuito, a una scuola statale. Tramontata questa possibilità, più di recente era stato proposto di farne un hub vaccinale. Il dato certo è invece che questa struttura non è stata mai inaugurata né tantomeno aperta al pubblico “.

            ” Una storia che nasce da lontano – ricorda Capodanno -. La realizzazione della “Casa della socialità” nell’ambito della municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, fu infatti annunciata, con grande enfasi, cinque anni fa, poco prima delle ultime elezioni amministrative, svoltesi nel mese di giugno del 2016. Fu proprio durante la campagna elettorale che comparve uno striscione che ricopriva buona parte della facciata del fabbricato su via Menzinger. Su tale striscione si leggeva che erano stati stanziati gli importi necessari per l’esecuzione dei lavori, con la  delibera di Giunta comunale n. 874 del 29 dicembre 2015, con un impegno di spesa di € 366.000,00.  Dalla delibera citata è trascorso dunque oltre un lustro e, al momento, il giorno, a partire dal quale le associazioni e i cittadini potranno concretamente fruire di questo spazio sociale, per le finalità per le quali è stato realizzato, impegnando danaro pubblico, non è stato ancora definito con una data certa “.

 

            ” Da qui le numerose proteste dei residenti  – sottolinea Capodanno – che, in tempi recenti, sono state espresse anche con un cartello affisso sulla porta d’ingresso dell’edificio. Su tale cartello si sintetizza con poche frasi la storia dell’emblematica vicenda relativa all’immobile in questione: ” € 370.000 per restaurarlo, due anni per finirlo! Quando lo riapriranno? Quanto dobbiamo ancora aspettare? Lo chiediamo noi donne noi giovani noi anziani Vomero Arenella “. Nel frattempo l’edificio, in tutti questi anni, è finito più volte alla ribalta delle cronache per lo stato d’incuria nel quale veniva lasciato, dal momento che non si provvedeva neppure all’ordinaria manutenzione delle parti esterne “.

 

            ” Ancora una volta – sottolinea Capodanno -, nell’ultimo sopralluogo, effettuato in data odierna, si è potuto purtroppo constatare lo stato d’abbandono e di degrado nel quale versa l’edificio, segnatamente nelle parti esterne, cosa che rischia di renderlo fatiscente ancora prima che entri in funzione. Difatti, ai piedi delle facciate e nelle aiuole ai lati della scala posta dinanzi all’ingresso dell’edificio sono cresciute numerose erbacce, che arrivano fino all’altezza di quasi un metro, senza che si sia provveduto, in tutto questo tempo, alle opportune operazioni di bonifica per eliminarle. Tanti inoltre i rifiuti e le suppellettili abbandonati sia nelle suddette aiuole che lungo le facciate “.

 

                ” Ci auguriamo – aggiunge Capodanno – che si provveda  subito alla necessaria e costante manutenzione dell’area dove sorge l’edificio, così come, con l’occasione, lanciamo l’ennesimo appello al neosindaso di Napoli,  Gaetano Manfredi, affinché, in tempi rapidi, la “Casa della socialità” venga aperta al pubblico, dando così una risposta operativa alla notevole richiesta di spazi e di strutture comunali, destinati ad attività associative, in un’area della Città, quella collinare, che da tempo ne è fortemente carente “.

 

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