Berlusconi: “Contro di me fango e trame dei poteri forti”. Sulla norma salva-Fininvest: “Possibile reinserirla”
“Siamo al governo, e ci resteremo fino alla fine della legislatura. Non consegneremo l'Italia a Bersani, Di Pietro e Vendola”. E' quanto afferma il premier Silvio Berlusconi, durante la presentazione di un libro di Domenico Scilipoti. Il presidente del Consiglio assicura dunque la tenuta del governo, “nonostante i giornali, il fango che ci viene buttato addosso e quanto viene deciso nei salotti dei cosiddetti poteri forti”. Poi l'attacco all'opposizione – “Questa non è solo la presentazione di un libro, prosegue il premier, ma un occasione per riflettere sugli ultimi mesi della politica, sui comportamenti dell'opposizione e sulla straordinaria capacità di diffamazione della quale la sinistra è capace”. Secondo Berlusconi “l'opposizione non si rassegna, non riesce a giocare una partita all'interno delle regole democratiche, ma è pronta ad usare ogni mezzo per ostacolare il Governo, dalle manovre parlamentari alla strumentalizzazioni dei risultati dei referendum e delle elezioni amministrative”
Violenza denigratoria senza precedenti – “Credo che nessuno mi possa contraddire se dico che nessuno come me è stato oggetto di tanta violenza denigratoria”, prosegue il presidente del Consiglio. “Per noi – ha aggiunto il premier – l'avversario è un avversario”, “noi l'avversario lo contraddiciamo ma lo rispettiamo” e invece “per la sinistra è un nemico da ridicolizzare, disprezzare e qualche volta da odiare. Nessuno meglio di me conosce queste campagne di aggressione”.”Dopo aver vinto le elezioni abbiamo avuto dagli italiani la delega per governare cinque anni ed è nostro diritto farlo”, ha aggiunto BerlusconiMissioni – “Tutto ok, ma lo sapevo: non ero preoccupato”, spiega Berlusconi a chi gli chiedeva dell'accordo con la Lega sulle missioni internazionali. Il premier fa mostra di ottimismo, a chi gli chiede se uno scoglio pericoloso per il governo siastato superato: “Ma non era pericoloso, era tutto a posto, non ero preoccupato”. Soddisfatto dunque il presidente del Consiglio dell'accordo: “Ridurremo di oltre duemila uomini i quasi diecimila militari che abbiamo impegnati all'estero”.Sulla crescita economica – “Non dipende da noi, non dipende dal Governo: è un'illusione statalista della sinistra, attacca Berlusconi. A far crescere l'economia sono le imprese e chi nelle imprese ci lavora, è lo spirito di sacrificio con cui i cittadini sono disposti alla revisione di un welfare obsoleto e perché per garantire tutti non garantisce più nessuno”. Il premier aggiunge che per la crescita bisogna anche fare in modo che il sistema della giustizia sia più veloce e la burocrazia più snella: “tutte queste cose in parte dipendono anche da noi, e infatti stiamo lavorando con impegno, ma resto convinto del vecchio slogan “meno stato più società”.Riforme – “Completeremo la legislatura facendo le riforme necessarie per ridurre i costi della politica, promette Berlusconi. Sono riforme che si possono fare senza allentare il controllo dei conti”.Welfare – Secondo il premier “per agganciare la crescità serve anche “lo spirito di sacrificio con cui i cittadini sono disposti alla revisione di un welfare obsoleto che per garantire tutti non garantisce chi ha davvero bisogno”Manovra e norma salva-Finivest – “La Fininvest si salva senza bisogno di alcuna norma”, attacca. Poi la precisazione: “Non sono io che ho scritto quella norma ma siamo in un paese in cui non c'é legge giusta che possa passare se favorisce Berlusconi o le sue aziende. Uso esempi non miei: se si inventa la penicillina ma serve a me non va bene. Se una nave affonda ma ci sono io , la si lascia affondare”. “Tremonti considerava quella norma sacrosanta – argomenta il premier – e non ha ritenuto di portarla al voto del Consiglio dei ministri pensando che fossero tutti d'accordo ed io ne ho avuto la conferma perché ad esempio Calderoli che non la conosceva mi ha detto 'perbacco se lo sapevo la potevo scrivere meglio'. Non c'é nessun giallo, appena ho visto le polemiche ho scritto una dichiarazione e ho ritenuto di farla togliere”. Ipotesi di ripresentarla – Non c'è nulla che ci impedisce di ripresentare” la norma espunta dalla manovra, e “si può pensare di inserirla durante il percorso parlamentare”. Berlusconi, ribadisce che la norma è “giusta e sacrosanta”. Osserva Berlusconi: “Su Fininvest ci sarà una sentenza prossimammente, a quel punto non si potrebbe più considerarla una norma ad personam”. “Essendo una norma equilibrata – aggiunge il premier – credo che possa essere reinserita nel corso dell'iter parlamentare”. In generale, parlando della manovra,Berlusconi si lascia scappare una promessa. “L'ho annunciato io stesso in conferenza stampa, il governo è assolutamente aperto a modifiche durante l'iter parlamentare senza però che sia modificato il saldo finale”. Legge elettorale – “Il sistema che c'é per me – spiega il premier – è ottimo per mantenere il bipolarismo, il migliore sistema per le democrazie moderne e lo dico confortato da ciò che accade in altre democrazie compresa quella americana”. Poi aggiunge: “Sul tema l'ultima volta che mi sono confrontato con l'opposizione è stato parlando con Fassino, che mi confermò l'intenzione del Pd di mantenere l'indicazione dei candidati da parte delle segreterie del partito per fare arrivare nelle commissioni e in Parlamento professionisti con esperienza sulle materie oggetto di voto”. “Il sistema delle preferenze – aggiunge il premier – comporta invece che in Parlamento arrivino persone non esperte nelle diverse materie ma soprattutto comporta un ritorno ai sistemi della Prima Repubblica e a quei finanziamenti economici che potevano essere legati a promesse da parte del parlamentare di approvazione di future leggi”.Bankitalia – “Stiamo parlando serenamente, spiega il premier al riguardo, ho fatto diverse interviste, vedrò rappresentanti della Banca d'Italia e credo anche l'opposizione, ma non c'é premura perché il termine è il primo novembre”.Libia – A proposito del coinvolgimetno dell'Italia, Berlusconi spiega: “Ero e sono contrario all'intervento in Libia ma ho avuto le mani legate dal voto del Parlamento del mio Paese e sono stato costretto ad accettarlo non solo per la decisione dell'Onu ma anche per l'intervento del capo dello Stato alle Camere”. Poi aggiunge: “L'intervento non è attribuibile alla volontà degli americani, ma alla decisione di un Paese europeo e nell'ultimo Consiglio europeo Sarkozy e Cameron hanno detto che la guerra finirà quando a Tripoli ci sarà una rivolta dei ribelli contro Gheddafi”. 07 luglio 2011Redazione Tiscali