Nessun governicchio pastrocchio senza elezioni

'Se il governo porta in Aula la proposta del ritiro dei contingenti militari dall'Afghanistan e dalla Libia, oppure presenta una legge anti-precariato, l'Italia dei Valori è pronta a
fare la sua parte'. Lo afferma il responsabile welfare e lavoro dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, in un'intervista al Riformista.

L’Italia dei Valori 2: una svolta moderata o un tradimento del vostro elettorato?
Nessuna delle due. Facciamo un'operazione di de-ideologizzazione: destra e sinistra sono ormai categorie che non parlano al Paese. La nostra svolta, invece, è
mettere al centro i contenuti, come faremo negli Stati generali dell'IdV quando presenteremo le nostre idee su legalita', modello di sviluppo, lavoro e impresa.

L’Immagine dell’IdV è quella di un partito leaderistico con un problema di classe dirigente. Ora si cambia?

Una rappresentazione non corretta. Abbiamo 1500 amministratori, soprattutto giovani e moltissime donne, una struttura fortemente radicata nel territorio. Dopo le amministrative e i referendum però dobbiamo essere ancora più in grado di rinnovare la nostra classe dirigente.

Sull’incotro fra Berlusconi e Di Pietro alla Camera?

Stiamo ai fatti. Quando Berlusconi alla Camera gli si e' avvicinato vantando le sue imprese miracolistiche, Di Pietro risponde: 'Fai l'ultimo miracolo, dimettiti'. Nel suo intervento il leader dell’Idv è portatore della critica più grande nei confronti del governo che ha generato ingiustizie sociali.

Lo statista Di Pietro e l’IdV come si comporteranno sulla manovra?

Berlusconi deve sapere che non se la cava con la propaganda ma deve dire a chi toglie e a chi dà.

Se il governo presenta un provvedimento sul lavoro a favore dei precari?

Se Berlusconi porta in Aula la proposta di abolizione dei 42 contratti precari individuando un percorso che attraverso l’apprendistato porta al contratto a tempo indeterminato, io alzo cinque mani.

Anche lei, ex segretario della Fiom di Brescia, già deputato di Rifondazione, è stufo di sentire chiamare l’opposizione, la sinistra?

Credo che sia necessario iniziare a definire centrodestra e centrosinistra sulla base delle proposte e non sulle ideologie di appartenenza. Come nel dopoguerra, bisogna ricostruire dalle macerie il Paese. Occorrono idee, progetti, velocità.

Allora come mai tutti questi stop and go nel rapporto con il Pd?

Il Pd e' bloccato. Sul lavoro, ad esempio, noi condividiamo la posizione della Fiom sulla necessita' di accordi convalidati dai voti degli operai ma siamo in linea con la Cisl sulla
partecipazione dei lavoratori nell'impresa. Il Pd, invece, non è in grado di scegliere, ed e' diviso, al suo interno.

Il riposizionamento di Di Pietro figlio di una conventio ad excludendum nel nuovo centrosinistra?

Di Pietro si sta posizionando sulla base dell'esito del referendum e sulla voglia di cambiamento delle persone oltre gli schieramenti. Noi vogliamo dialogare con questa area di
cittadini che partecipa e che sceglie.

E con il Pd?

Sono sei mesi che chiediamo di aprire un tavolo di discussione per un'alternativa. Pd, Sel, IdV sono i tre azionisti di un'alleanza che può essere allargata anche al Terzo Polo a patto che decida di schierarsi con il centrosinistra. Sul candidato premier, crediamo che debba essere indicato dal Pd. E se vogliono sceglierlo attraverso le
primarie, l'IdV parteciperà, magari, attraverso la candidatura del proprio leader.

L’IdV sta al Pd come la Lega al Pdl: è il fallimento del bipolarismo muscolare?

Noi siamo bipolaristi e ci sentiamo parte integrante del centrosinistra. L'alternativa ha un valore se si costruisce in tempo utile. Altrimenti si ricadrebbe nell'errore fatto
di una Santa Alleanza buona per sconfiggere Berlusconi, non per governare il Paese.

Sull'eventualità di un governo di responsabilita' nazionale?

Escludiamo qualsiasi pastrocchio o governicchio che non passi attraverso le elezioni.

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