di Giampiero Pallotta
Ad inizio della campagna elettorale i programmi del PD e PdL erano molto “sobri”, Veltroni e Berlusconi affermavano di non aver la bacchetta magica. C’era molto moderazione. Siamo giunti a fine campagna elettorale e, purtroppo, stiamo assistendo ad un “crescendo rossiniano” di promesse demagogiche, come quella dello stipendio minimo e sulla rivalutazione delle pensioni. Si cerca di attirare gli elettori dalla propria parte raccontandogli delle belle “fiabe”. Veltroni vuole cancellare 5 mila norme al primo anno. Bene, bravo, bis. Dovrà spiegarci com’è possibile abolire quelle leggi “dalle stesse persone politiche” che hanno prodotto quelle norme. Anche sulle grandi opere Veltroni ha le idee chiare: bisogna farle “ma anche” in accordo con le comunità locali. In altre parole: mai! Vuole poi tagliare la spesa pubblica di un punto percentuale l'anno. Dove risparmierà? Tagliare i “costi della politica”? Pensare di ridurre la spesa dell'1 per cento annuo dimezzando il numero dei parlamentari è come voler raffreddare un ferro rovente buttandoci sopra una goccia d’acqua. Sopprimere le province? Non basterebbe neppure la soppressione degli “enti inutili”. Ed allora quale spese taglierà? Boh! Berlusconi lo segue a ruota nella gara di chi la spara più grossa. Promette che il primo consiglio dei ministri (se vincerà) lo terrà a Napoli, e li rimarrà sino a quando l’emergenza “monnezza” non sarà “terminata”. Vale a dire: per sempre! Certo che si può far scomparire la “monnezza” ma prima si deve vincere la camorra. Per far questo basterebbero più o meno 20 anni per fare una drastica trasformazione civica ed economica dell’intera regione Campania. Occorrerebbe poi creare milioni di posti di lavoro. Un sogno, soltanto un sogno. Un motivo ci deve pur essere se gli industriali italiani preferiscono investire nei Paesi dell’Est e in quelli asiatici piuttosto che in Campania o nell’Italia meridionale. La campagna elettorale è ai “botti” finali. Mancano che si azzuffino fisicamente per il resto c’è tutto. Si accusano l’uni con gli altri e si urlano “smargiassate” le più assurde, un caos vergognoso, sembrano tutti impazziti. Ma quale speranza può avere l’Italia per “rialzarsi”? Gli aspiranti premier non dimostrano quella sicurezza e ponderatezza che dovrebbero avere per governare con saggezza l’Italia. Diciamolo chiaramente. I programmi elettorali non servono a nulla. Servono solo per alimentare le speranze degli elettori e carpire il loro voto. E dopo le elezioni…. “cornuti e mazziati”. Parliamo dei “programmi” che riguardano più strettamente noi italiani nel mondo. Per chiedere il nostro voto i candidati si sono presentati sostenendo che il loro programma era il migliore. Ci siamo accorti che non esistevano i “programmi”, ma un “unico” programma. Infatti tutti, indistintamente, “promettono” le stesse cose: tutela dei diritti dei pensionati e lavoratori, cultura italiana, promozione della lingua italiana, legge per il riacquisto della cittadinanza, riorganizzazione dei Consolati, imposizione fiscale, valorizzazione delle eccellenze italiane, giovani, informazione ecc. ecc. cose “strarisentite” dal 2006 ad oggi. Effettivamente sono queste le aspettative che vorremmo che qualcuno se ne facesse carico per trasformarle in realtà concreta. Non credo che tutti gli elettori abbiano potuto conoscere o ascoltare i singoli candidati. Avreste dovuto farlo prima di votare. Chi non l’ha fatto ha votato convinto di sostenere Veltroni, o Berlusconi, Casini, Bertinotti o i socialisti. Non è così. Noi votavamo per “scegliere” i due nostri candidati e non per sostenere i partiti italiani. Il nostro voto “non conta niente” per il risultato elettorale in Italia. La prossima settimana sapremo da chi sarà governata l’Italia e chi saranno i nostri due rappresentanti. Politicamente non sono vicino a Nino Randazzo e Marco Fedi ma, come avevo scritto sin dall’inizio della campagna elettorale, oggettivamente debbo riconoscere che sono gli unici che potrebbero svolgere un buono e concreto lavoro per noi italiani nel mondo se saranno riconfermati, come mi auguro. Hanno acquisito un’importante esperienza parlamentare e sarebbero in grado di ricominciare a lavorare dal primo giorno del loro ritorno in Parlamento. Sono certo che hanno fatto tesoro degli errori commessi durante i 20 mesi della loro esperienza parlamentare. Se per nostra disgrazia venissero eletti dei “novizi sprovveduti”, e per giunta scarsamente qualificati come hanno dimostrato di essere la maggior parte di chi si è candidato per pura vanità, sarebbe un disastro per noi. Però non lamentiamoci sempre! La campagna elettorale in Australia ha offerto momenti divertenti come assistere ad un’operetta comica i cui protagonisti erano Baronesse con tanto di corona, quasi Dottori Ballanzone e Cavalieri. Chi ha visto i numerosi video di Paolo Rajo, si è potuto divertire un mondo. Si possono vedere innumerevoli “gag” comiche ed ascoltare discorsi da “manuale”. Impareremmo che è più conveniente stare zitti per evitare figuracce, se non si ha la competenza di quello che si dice, altrimenti i discorsi sono confusi ed anche le idee. I video sono sempre consultabili su www.youtube.com digitando i nomi dei candidati. Alcuni di questi, se non saranno eletti, dovrebbero considerarsi molto più fortunati: “non tutti i mali vengono per nuocere”. Scoprirebbero che la loro vera attitudine è quella di fare gli attori protagonisti di “operette comiche”. Come parlamentari sarebbero del tutto non idonei, ma come “operettisti” diventerebbero delle “star” che “brilleranno luminose” nel firmamento della commedia italo-australiana. Concludo complimentandomi con Giuseppe Ardica per il suo intervento scritto di martedì 8 aprile. Sono d’accordo con lui che bisogna costruire un grande network d’italiani per mettere in evidenza tutte le “eccellenze” della nostra comunità italiana in Australia e nel mondo. Lo propongo da molto tempo e spero che, finalmente, si possa realizzare ma ad una condizione: dobbiamo affrancarci da tutti i partiti politici italiani. Il “nostro” Partito dovrà essere “indipendente”. Buttiamo via tutte le “casacche” politiche anche perchè abbiamo toccato con mano che nessun partito politico è sinceramente interessato a noi italiani nel mondo. Scegliamoci il nome ed il logo, ed iniziamo subito lasciando lo spazio maggiore alla seconda generazione.
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