Di Pietro lancia l’Idv2: sappiamo fare opposizione, ora decidiamo il programma

Di seguito l'intervista rilasciata dal presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a Daniela Preziosi del Manifesto, pubblicata oggi dal quotidiano.

Di Pietro, ha cambiato stile?
“Siamo orgogliosi di aver fatto qualcosa di concreto per il Paese. Se non ci saranno le centrali nucleari, se la legge resta uguale per tutti, è anche perché noi dell’IdV abbiamo creduto ai referendum e abbiamo raccolto le firme. Ma non voglio mettere il cappello sopra niente, lo lascio fare a qualcun altro. Da qui voglio ripartire con un IdV2 che, dopo aver dimostrato di saper fare opposizione, dimostra di saper costruire un’alternativa. Con umiltà. Anche facendo passi indietro”.

Vuol dire che Lei è pronto ad accettare Bersani come candidato premier?
“Vuol dire che siamo disposti a ragionare su tutto. Che lui sia il candidato, come leader del primo partito dell’opposizione, ha una logica. Se invece vuol fare le primarie, va bene lo stesso. Pur che si parta subito”.

Chiede a Bersani di riunire le opposizioni e di mostrare unità?
“Gli chiedo di partire. Che ci sia l’opposizione lo sappiamo, ma l’alternativa non c’è. E se non c’è l’alternativa, non possiamo neanche più permetterci di criticare Berlusconi”.

Chiede le primarie?
“Le primarie devono essere la conseguenza di un programma in base al quale, previo giuramento di fedeltà, i candidati si fanno avanti. Ma candidarsi leader di una coalizione senza prima sapere per fare cosa e con chi, mi pare sia solo una ricerca di premiership senza programma. Finiremmo per mettere insieme tante belle personalità senza sapere cosa vanno a fare. Sono per le primarie, ma prima è necessario che le realtà politiche che vogliono costruire una coalizione stendano un decalogo di priorità su cui intendono avanzare le candidature”.

Quindi non è d’accordo con la proposta di Vendola di primarie anche sul programma?
“Il programma è di coalizione, frutto di un nobile compromesso fra le diverse opposizioni. Su questo poi si chiederà il voto. Fare prima il programma è più chiaro per i cittadini. Altrimenti ognuno prepara il suo”.

Una nuova legge elettorale è la condizione per andare al voto?
“In un Paese normale con questa legge elettorale non si dovrebbe più andare a votare, perché ha dimostrato che produce una classe politica venduta e ricattata. Ma pensare che si possa fare una legge elettorale con questo Parlamento è una pia aspirazione. Non lo farà mai, perché dovrebbe certificare il suicidio del novanta per cento degli attuali inquilini delle camere. La legge elettorale deve seguire un percorso autonomo rispetto alla necessità di costruire un’alternativa di governo”.

Non si fida della disponibilità di Bossi?
“Io sono convinto che la Lega non si staccherà da Berlusconi. Non ha alternativa. E noi non dobbiamo più perdere tempo con le critiche a Berlusconi: ormai il Paese reale ha dimostrato tutta la sua delusione verso di lui. Ora siamo noi che dobbiamo dimostrare di saper costruire l’alternativa”.

Quindi non le è piaciuto il dialogo fra Bersani e Maroni?
“Bersani fa bene a mettere con le spalle al muro i dirigenti della Lega e a far capire loro come sono lontani dalle esigenze del loro stesso territorio. E fa bene a parlare con il popolo leghista. Gli elettori leghisti vengono illusi con messaggi roboanti, sui ministeri, sulle quote latte, sulla secessione o cosa vogliono ora non si è capito. Ma in termini concreti il Paese è più povero, le aziende chiudono, la precarizzazione è sempre più spinta”.

A questa discussione sul programma chiamerebbe anche il Terzo polo?
“Fino a quando insisterà nella supponenza di essere ‘terzo’, per definizione, non potrà fare altro che mettersi alla finestra, a guardare con chi potrà maritarsi meglio. Io non metto steccati. Se vogliono condividere con noi programma e leadership, smettano di essere terzi ed entrino nel nostro polo”.

Crede che il centrosinistra possa vincere anche senza centristi?
“Le amministrative hanno dimostrato che ci sono le condizioni per un’alternativa riformista. Se c’è il centro tanto di guadagnato”.

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