Decreto Sviluppo, Lega, Ministeri, Libia, Verifica di maggioranza

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Per la 44esima volta il governo ha posto la questione di fiducia. Lo ha fatto questa mattina per blindare in aula il decreto “sviluppo”.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mentre attendevo l'intervento del Ministro mi chiedevo se egli non avrebbe cercato di dare una giustificazione a questa richiesta di voto di fiducia perché, quando si arriva a oltre la quarantesima questione di fiducia, credo che questa sarebbe la cosa migliore. Il Ministro ha invece cercato di giustificare questo voto con gli emendamenti, ben sapendo che il problema non è lì, ben sapendo che i lavori della Commissione si sono ridotti a cinque minuti finali dopo che abbiamo aspettato per ore che la maggioranza si mettesse d'accordo al suo interno e difatti, com'è noto, sul mandato al relatore l'opposizione ha ritenuto di non dover partecipare a quel voto.
Di fatto, complessivamente siamo ad un nuovo, ulteriore, grave schiaffo istituzionale perché la Camera viene scavalcata anche con ben tredici modifiche a quel testo che comunque sia era arrivato alla fine del lavoro della Commissione. Allora, a Pag. 7questo punto veramente dico anche a qualche collega illustre che se l'è presa con il Presidente della Repubblica di lasciare stare il Presidente della Repubblica. In questa come in altre vicende, credo che la responsabilità sia chiara, precisa, completa del Governo, che sta facendo di tutto fuorché affrontare i problemi del Paese.
Penso a quando il Ministro Tremonti fece l'annuncio nel corso di un'audizione della questione del credito d'imposta con il 90 per cento di vantaggio fiscale e tutti noi ci aspettavamo una grande risposta perché l'innovazione e la ricerca sono determinanti. Tutto poi si è rivelato non il topolino, molto peggio del topolino, e con le ultime modifiche addirittura è diventato una larva: il credito d'imposta per l'innovazione è una larva che non servirà certo a risolvere i problemi del Paese. Per questi motivi, credo che questa maggioranza – che ormai è rimasta, forse, vedremo, maggioranza qui dentro, ma com'è ben chiaro non c'è più nel Paese – dovrebbe fare l'unica cosa sensata in questo momento, perché non so come farà ad affrontare una manovra da 40 miliardi di euro da dopodomani, lo vedremo. Noi saremo qui ad incalzarla, abbiamo le nostre proposte da fare che non saranno ovviamente accettate perché vanno a colpire le corporazioni e le lobby che hanno finora permesso a questo Governo di stare in piedi e allora vedremo ciò che succederà. In ogni caso giudico gravissimo anche questo ennesimo strappo istituzionale che viene compiuto qui oggi.

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