Referendum, raggiunto il quorum. PD: “Questo voto è una vittoria per tutto il Paese”
“Al di là di ogni altra possibile considerazione, i referendum ci consegnano un segnale molto chiaro: i cittadini italiani hanno licenziato il governo Berlusconi”, questo il primo commento di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. “I risultati di questi referendum – ha sottolineato – si devono innanzitutto all'impegno dei comitati promotori, ai quali va il nostro ringraziamento, alla passione dei tanti giovani che si sono mobilitati e alle forze politiche del centrosinistra”.
La presidente dei senatori ha fatto poi una riflessione politica molto importante, ovvero che “i numeri ci dicono che a votare sono andati anche molti elettori del centrodestra e che la maggioranza degli italiani è ormai lontana da questo governo. Vedremo se Berlusconi in Parlamento avrà ancora i numeri. Quello che è certo è che non li ha nel Paese. Oggi gli italiani hanno licenziato il governo di Berlusconi e Bossi. Penso che il Premier farebbe bene a presentarsi in Parlamento dimissionario. E' ora – ha concluso Anna Finocchiaro – di rimettere la scelta del futuro nelle mani degli italiani”.
“Con questi referendum la parte interpretata da Silvio Berlusconi è finita. Non credo che ne possa interpretare un'altra”, ha dichiarato Rosy Bindi, Presidente del Pd e vicepresidente della Camera, osservando al Tg3 che “è evidente che il governo si dovrebbe dimettere perchè un risultato chiaro e massiccio dai referendum lo impone”.
“Solo uno fuori dalla realtà non si dimetterebbe oggi stesso da Primo Ministro, prendendo semplicemente atto di quel che gli italiani, in nome dei quali siede a Palazzo Chigi, gli hanno detto. Anzi gridato”, ha scritto su Facebook Enrico Letta, Vicesegretario del PD.
“Per Berlusconi è un uno-due micidiale: dopo la sberla delle amministrative questo è il colpo del ko al governo”, ha detto Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera. “E' una giornata meravigliosa, un dato impressionante, con il quorum al 57% e i sì che sono circa il 95%. Questo vuol dire che più della maggioranza assoluta degli italiani ha voltato le spalle a Berlusconi”.
Tanto più che a prescindere dalle considerazione sui risultati, come ha notato la senatrice del PD Mariapia Garavaglia, “I referendum hanno già evidenziato un fatto molto rilevante: Bossi ha craxianamente detto di non votare e Zaia, Tosi e Maroni hanno votato. Basterebbe questo per dare un significato politico alla consultazione”.
Ivan Scalfarotto, Vicepresidente del Partito Democratico ha commentato pubblicamente il raggiungimento del quorum referendario chiedendo le dimissioni del Governo. “Oramai il Governo non può più nascondersi o tentare rocamboleschi colpi di mano, il raggiungimento del quorum è un altro chiaro segnale: gli italiani continuano a chiedere una svolta politica nel nostro Paese. La maggioranza non è più rappresentativa e se ne deve rendere conto e accettare le continue sollecitazioni che arrivano. Dopo i Referendum –ha proseguito Scalfarotto -, in ballo ci sono le aspettative dei nostri concittadini che bocciano il Governo e le sue scelte”.
“I cittadini italiani, a cominciare dai giovani, hanno deciso il futuro del Paese su questioni fondamentali: dal nucleare all'acqua. Questa forte partecipazione al voto è un messaggio profondo e serio rivolto alla politica: quando i cittadini avvertono l'importanza di una scelta e comprendono che si tratta di temi cruciali per la loro vita e per quella dell'Italia, sono tutt'altro che indifferenti''. Così il vice presidente del Senato Vannino Chiti commentando i risultati della consultazione referendaria.
“Esiste una evidente crisi nel rapporto tra il centrodestra e il Paese, una crisi che è innanzitutto di Berlusconi”, ha incalzato Valter Veltroni. “Il presidente del consiglio ha detto che non sarebbe andato a votare è la grande maggioranza lo ha invece fatto. “Berlusconi ne tenga conto, si dimetta e lasci strada al cambiamento di cui l’Italia ha bisogno”.
“Una grande vittoria per la democrazia. Una straordinaria partecipazione dei cittadini che hanno deciso con chiarezza di fermare il nucleare, difendere l’acqua pubblica e di volere una giustizia uguale per tutti – ha detto Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Partito Democratico. -E’ un voto del quale tutti dovranno tenere conto perché segna anche un riavvicinamento dei cittadini e in modo particolare dei giovani alla politica che è per noi una splendida notizia”.
“Bisogna andare a elezioni e cambiare il governo di questo Paese, così come abbiamo cambiato pochi giorni fa il governo delle grandi città andate al voto”, ha esortato Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e Difesa del Partito Democratico. “L’Italia è governata da una maggioranza che è diventata minoranza nel Paese, il governo si regge su pochi parlamentari che per dubbi motivi hanno cambiato casacca e, come dimostrano le polemiche di queste ultime ore, non è in grado di affrontare le difficilissime sfide che sono di fronte a noi”.
“Questo voto è una vittoria per tutto il Paese: la posta in gioco era la nostra salute, la tutela dell'ambiente, il futuro delle nuove generazioni”. Così il senatore del PD Ignazio Marino dopo la conferma che il difficile quorum nei referendum è stato raggiunto. “Promuoviamo un 'rinascimento' energetico e ambientale che parta dalla voce degli italiani espressa oggi”, ha concluso il senatore.
“Adieu nucleare. Quasi 30 milioni di pernacchie zittiscono i bari del nucleare in salsa italiana -hanno ironicamente dichiarato i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante -. Gli italiani con grande responsabilità e cognizione di causa, oltre ad aver salvaguardato il bene comune dell’acqua, hanno mandato a monte il progetto Berlusconi- Sarkozy di riportare, manu militari, le centrali atomiche nel nostro Paese. l’Italia è il primo paese del continente ad aver fatta propria quell’opzione zero che l’Europa prospetta come soluzione del futuro e su cui si è incamminata anche la Germania. Berlusconi –hanno concluso i senatori – dimostra di essere ormai in diacronia col Paese e alle prese con una inesorabile parabola discendente”.
Adesso appare rilevante però meglio definire il voto degli oltre 3 milioni di italiani che non risiedono in Italia. “Il governo inizi subito ad aggiornare gli elenchi elettorali degli italiani all´estero, perchè migliaia di italiani nel mondo non abbiano potuto votare, a causa di elenchi obsoleti, di indirizzi sbagliati, di cognomi scritti erroneamente”, ha dichiarato Laura Garavini, parlamentare del Partito Democratico eletta nella circoscrizione Europa.
La parlamentare democratica ha evidenziato come i nostri connazionali nel mondo “siano stati vittime di una pessima organizzazione da parte del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dell’Interno che continuano a non considerare il voto all’estero con la necessaria serietà. Il voto degli italiani all’estero non è un voto di serie B”.
“E’ una straordinaria vittoria del senso civico degli italiani e della voglia di cambiamento, nata anche da un’eccezionale impegno della società civile, fuori dai partiti politici. E’ un voto che chiede un’Italia migliore, che punta sull’ambiente, sulla ricerca, sull’innovazione, sulla green economy, dove la legge è uguale per tutti. Guai a deludere questa domanda -ha afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del PD – il Partito Democratico sente questa responsabilità e non la deluderà”.