Questa volta è il nipote di 30 anni che è riuscito ad ottenere l'ordinanza
di sfratto!
Quest' ultimo fatto accaduto evidenzia che la giustizia nel nostro Paese è
in una situazione di grave emergenza, e si raccomanda sempre maggiore
responsabilità di chi amministra la giustizia nel nostro Paese.
La VII sezione del Tribunale civile di Roma ha emesso ordinanza n. 3526/11
di rilascio dell'immobile a danno della pensionata di anni 73 e cardiopatica
Franca Brusa e questo fatto avviene per la terza volta. Del caso se ne
occupò in passato, sia la stampa che il Parlamento attraverso due
interrogazioni al ministro della Giustizia, delle quali a tutt'oggi non vi è
stata alcuna risposta.
Lo sconcerto di questa pronuncia è determinato dal fatto che la Prof. Brusa
deve rilasciare l'abitazione familiare in cui ha vissuto dal 1962,
acquistata con l'ex marito in comunione dei beni, a favore del nipote di
anni 30. Infatti l'ex marito ha cercato in ogni modo di liberare l'ex casa
coniugale dalla presenza dellex moglie, fino ad arrivare a porre in essere
una simulazione dell'atto di vendita a favore del figlio del fratello,
Alessandro Locurcio di appena 30 anni! Il fatto che desta molte perplessità
nella vicenda è che la pensionata dovrà affrontare per la terza volta,
l'allontamento dall'immobile a favore del nipote che per effetto della
confessione rilasciata per iscritto dallo zio ed ex marito della signora, e
già depositata in data 26/4/2010, presso la X sezione dello stesso tribunale
di Roma, non avrebbe alcun titolo, in quanto esiste tra i due, un accordo
simulatorio posto in essere per togliere l'immobile dalle pretese dell'ex
moglie. A quanto pare, grazie all'ordinanza notificata lo scorso 1 giugno,
le parti d'accordo sono riuscite a convincere ed ottenere tale
provvedimento, pur essendo a questo punto, accertata la simulazione per
prova documentale tra zio e nipote, che renderebbero nullo l'atto di
compravendita. La docente in pensione, ormai stremata, dichiara che la sua
situazione è paradossalmente così ingarbugliata proprio per l'effetto di più
pronunce da parte di più giudici che non considerano la complessità della
vicenda, esponendo così la stessa a conseguenze nefaste come quest'ultima!
E' evidente che il nipote prestanome nell'atto di compravendita, non può
certamente affermare che fosse all'oscuro delle vicende giudiziarie dello
zio, poichè lo stesso zio riconosce che il nipote “era consapevole che si
trattava di simulazione e chiaramente senza compenso per l'acquisto.
Dulcis in fundo, lo stesso giudice ha anche condannato la signora a
rifondere le spese legali al nipote e all'ex marito….giustizia è fatta! I
figli dei coniugi commentano: “In Italia non esiste alcuna forma di tutela
per I figli a garanzia dei beni di famiglia”. Esiste un disegno di legge n
2448, fermo dal 2009 in Commissione Giustizia! Per questa ragione in Italia
un nipote che si presta all'acquisto, ha facoltà di cacciare dalla loro casa
familiare, cugini e zia!
Per info sulla notizia:
Dr. Fabrizio Locurcio
Dirigente Nazionale CONSAP – Polizia di Stato
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