Napoli. Settantacinque lavori letterari pubblicati con la StreetLib, per l’Accademia dei Parmenidei. Bianca Fasano non finisce di stupire. Intervista all’autrice.

Napoli. Settantacinque lavori letterari pubblicati con la StreetLib, per l’Accademia dei Parmenidei. Bianca Fasano non finisce di stupire. Intervista all’autrice.

 

D): – Sono davvero settantacinque i suoi lavori pubblicati con la StreetLib in questi ultimi anni?

R): – Stringiamo un po’: quindici di questi, in realtà, sono soltanto dei racconti, pubblicati a scopo pubblicitario e gratuiti. Per farmi conoscere. In particolare mi ha stupito il successo di: “L’isola di Down sul Pianeta Sereno e la “sindrome di high.”  Questo scritto è stato ispirato dal fatto di avere notato come le persone che nascono con la sindrome di down siano, per quanto ho avuto modo di notare, molto dolci e gentili. Per questo mi è piaciuto immaginare che “da qualche parte nel cosmo” possa esistere un mondo dove “essere down sia la normalità” e che in quel felice territorio non esistano tutte le situazioni negative che contraddistinguono il nostro mondo. Dove, insomma, l’anormalità sia la “sindrome di high”. Di questo racconto, in un solo giorno, sono state acquisite 160 copie e mi è restata la curiosità di comprendere chi le abbia prese.

D):- Quindi stiamo parlando “soltanto” di sessanta lavori? Tutti in ebook?

R):- Restando nell’ambito della StreetLib, che è stata una mia scelta, successiva all’avere pubblicato con diversi buoni editori in cartaceo, sì. Però di questi quindici sono sempre acquisibili in cartaceo con un sistema che ricorda in qualche modo il metodo Just in Time, utilizzato anche per la produzione delle automobili. Se tradotto dall’inglese significa “giusto in tempo”, ossia le copie del libro vengono realizzate e spedite a chi le richiede in brevissimo tempo.

D):- Giusto per chiarire a chi non la conosce: lei è scrittrice e giornalista da tempo immemorabile?

R): Non mi faccia diventare paragonabile ad un animale preistorico, però, sì: la mia iscrizione all’albo giornalistico risale al 1980 ed il mio primo lavoro letterario (cartaceo, pubblicato con un editore), risale al 1977. Si chiamava “Fantasie”, stampato con lo Studio P, di Salerno. Ha poi avuto una riedizione modificata e ampliata come molti altri miei libri cartacei anche in ebook.

D): Sempre per chi non la conosce: ha interessi particolari per ciò che scrive? Tratta temi specifici?-

R): Specifici, sì, anche particolari, però decisamente svariati: sono una curiosa e amo scrivere di cose che mi colpiscono. Da questo alla pubblicazione di testi storici, ricerche parapsicologiche, lavori sociologici e molti libri di studio sulla grafologia, il passo è breve.

D): Ha pubblicato anche due tesi di laurea?:

R): Ancora sì: la prima, in sociologia economica, del 2003, sulla situazione femminile; “Politiche di pari opportunità e pratiche di segregazione“, la seconda, tesi di laurea in magistrale di comunicazione del 2011; “New Design: L’Estetica Globale i database e l’ibridazione mediale.”

D): E romanzi, racconti, poesie? Quale ama di più?

R): “Il tempo degli eroi”.  Le sembrerà strano, ma per questo desidero riportare il parere di una mia lettrice (recensione): Un bel cinque stelle su cinque. Definito: Appassionato! Recensito in Italia il 12 febbraio 2021

“Molto interessante e preciso nel riferire i fatti storici. Avvincenti anche le vicende personali dei personaggi che si intrecciano in una trama appassionata. Mi ha spiazzata il finale …che non rivelo ovviamente. L’ho letto con crescente interesse e non ha deluso le mie aspettative: Bianca Fasano è una narratrice attenta e precisa!
Lo consiglio vivamente a chiunque volesse godere la lettura di un bel romanzo, ma anche a chi voglia documentarsi ulteriormente sui fatti storici del 1963
.” Un parere di “Pina”, che non conosco ma conservo nel cuore.

È anche risultato vincitore di molti premi letterari.

D): A proposito di premi: Lei è risultata vincitrice di ben cinque Premi della Cultura?

R): Sempre sì: istituiti, un tempo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e attribuiti da un’apposita commissione.

D): Lei crede nella possibilità di riuscire come scrittore, cioè di realizzarsi per le proprie capacità e divenire, con questo, indipendenti economicamente?

R): Vogliamo parlare di una Jane Austen, che riuscì a vivere delle sue capacità di scrittrice in un’epoca difficile per le donne, o di una Dacia Maraini? Mi accontento di avere i mie libri, sia gratuiti sia a pagamento, sia in cartaceo che in ebook, acquisibili in tutto il mondo. Sembrava una impresa assurda fino a qualche tempo fa.

D): Viene fatto di chiedersi come mai lei, una scrittrice e giornalista che giunge dal passato di pubblicazioni cartacee, sia divenuta una assertrice degli ebook.

R): -Il problema del cartaceo è la distribuzione. Se si è figli di un dio minore, come me, anche riuscendo a stampare il tuo lavoro con una casa editrice seria, ci si rende presto conto di come il costo della distribuzione incida in modo determinante sul successo del libro e pochi editori possano permetterselo. A causa di ciò, dopo la primitiva soddisfazione di stringere tra le mani il tuo lavoro letterario potrai, volendo, relegarli negli scatoloni o usarli come un biglietto da visita piuttosto costoso e distribuirli per fare sì che vengano letti. L’ho fatto e lo faccio tuttora con i miei libri stampati con case editrici.

D): Ha fatto una scelta simile per quanto riguarda gli articoli giornalistici. Ci risulta che abbia scritto per molte testate di valore, mentre attualmente preferisce lavorare per le tante testate giornalistiche web, che le pubblicano articoli molto vari nella tipologia. Vediamo che tratta tematiche molto varie, si è anche interessata delle problematiche scolastiche ed i linea generale qualsiasi argomento che sia a carattere sociale. Non crede più nel cartaceo?

R): Per carità, ho tutto il rispetto per il cartaceo: ho provato di volta in volta una sensazione di appartenenza, la condivisione di un percorso di lavoro, la soddisfazione che la carta stampata non smette di dare. Ero giovane quando ho iniziato ed ho avuto la fortuna di potere contare sui consigli e le lezioni dei tanti colleghi più preparati giornalisticamente. Ritengo che questa indicazione di vita manchi, oggi, per le giovani leve che si muovono in alcuni casi nel mondo del giornalismo senza preparazione e senza misura del reale, specialmente quando non lavorano concretamente a contatto con le redazioni, come avveniva per me. Tuttavia non potrò mai dimenticare le parole di un mio collega del passato, Luigi Valletta del Roma, che mi diceva: “Gli articoli sono farfalle“.  Ed è vero. Ammesso che qualcuno li legga, hanno vita brevissima. Quelli virtuali, invece, restano sul web e si possono rintracciare anche in spazi/tempo differenti. In teoria sono meno “veri”, in pratica sono più duraturi.”

Ciro Riemma. Editore.

 

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