UNA CERIMONIA ALL’INTERNO DEL CIMITERO DEL VAJONT,  PER ONORARE LA FIGURA DEL VESCOVO DI BELLUNO-FELTRE, MONS. GIOACCHINO MUCCIN,  A 30 ANNI DALLA MORTE

UNA CERIMONIA ALL’INTERNO DEL CIMITERO DEL VAJONT,  PER ONORARE LA FIGURA DEL VESCOVO DI BELLUNO-FELTRE, MONS. GIOACCHINO MUCCIN,  A 30 ANNI DALLA MORTE

 

Rientro da pochi minuti dal Cimitero del Vajont (Bl) ove, a seguito del disastro avvenuto il 9 ottobre 1963, morirono quasi due mila persone in soli  4 minuti.  E’ superfluo descrivere l’emozione che si prova ogniqualvolta si visita questo luogo sacro in quanto un silenzio assordante di morte, ma anche di vita correlata cristianamente al Aldilà, fanno riflettere sulla fragilità della condizione umana, tra l’altro, come in questa occasione, attraverso l’amplificazione di un’aria particolare come quella che ho respirato stamattina.

La cerimonia, presieduta dal Vescovo emerito, Mons. Giuseppe Andrich,  concelebranti Mons. Lino Mottes Parroco del mio paese (Zermen)  ed altri Parroci del luogo, fra cui quello di Fortogna ove insiste il cimitero, è stata fatta coincidere con il trentennio della scomparsa di Mons. Gioacchino Muccin, il quale, ha voluto essere sepolto in questo luogo di pianto e di memoria, ricordato anche da una delegazione proveniente dal pordenonese, essendo il Vescovo Muccin nato a Casarsa della Delizia.

Mons. Andrich, Vescovo emerito, ha ricordato di essere stato ordinato sacerdote, insieme con Mons. Lino Mottes ed altri confratelli dal Vescovo Muccin e di conservare un ricordo indelebile sulla figura straordinaria di questo Vescovo.   Mons. Lino Mottes, oltre a condividere in toto le parole di Mons. Andrich, ha colto lo spunto per un “memento homo”  fatto da due verbi: ricordare ed imparare, da coniugare entrambi in chiave estensiva nei fatti, nei luoghi, nelle persone, ma anche nell’applicazione del concetto “Veritas ed Gratia”.

La cerimonia si è conclusa con numerose foto, mentre durante la Santa Messa, si è voluto dare solennità alla cerimonia con alcuni canti di cui uno, “Te lodiamo Trinità”, viene proposto qui di seguito.

Una giornata ricchissima di sensazioni, di ricordi, anche strettamente personali, essendo stato io, da anonimo,  uno dei primi soccorritori del Vajont.

Le foto numerose che seguono integrano lo scarno contenuto di queste righe, ma esse certamente costituiranno uno spaccato importante da ascrivere alla storia.

 

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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