· La Camera dei Deputati ha approvato oggi la conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2011, n. 37, recante, tra l’altro, le disposizioni per il voto dei cittadini temporaneamente all’estero in occasione delle consultazione referendarie dei giorni 12 e 13 giugno 2011. Un decreto che ancora una volta esclude un gran numero di connazionali residenti temporaneamente all’estero. Non si è dunque trovata una soluzione – il Governo non ne aveva di certo intenzione – per consentire agli oltre tremila cooperanti all’estero attivi in numerose ONLUS, ai 450 giovani temporaneamente all’estero per svolgere il servizio civile, ai numerosi religiosi non iscritti all’Aire e agli studenti (Erasmus) momentaneamente all’estero, di votare per corrispondenza nella ripartizione estero, senza dover tornare in Italia. Ero intervenuto in sede referente in Commissione affari esteri sollecitando il Governo ad allargare il perimetro degli aventi diritto e sono intervenuto oggi in aula, nelle dichiarazioni di voto sugli emendamenti, per perorare il diritto al voto dei predetti cittadini italiani. La verità, come dicevo dianzi, è che il decreto è arrivato in aula con un ritardo tale da rendere impossibile un aggiustamento: l’esercizio del voto all’estero per corrispondenza è subordinato all’opzione che i cittadini italiani temporaneamente all’estero avrebbero dovuto esercitare entro l’8 maggio 2011, ovvero entro il 35° giorno antecedente la data delle votazioni in Italia. La conversione in legge del decreto non poteva dunque che prendere atto di una decisione ancora una volta avversa a un gran numero di elettori. Con i relativi costi, perché i 450 giovani addetti al servizio civile all’estero hanno diritto al rimborso del viaggio in aereo e dunque ala spesa per il mancato election day (oltre 300 milioni di euro) si deve sommare anche quest’altro fattore di costo.
· Le numerose anomalie del decreto sono state criticate da più parti e proprio per auspicare una soluzione ottimale nelle prossime tornate elettorali ho presentato un ordine del giorno bipartisan, che impegna il Governo a regolamentare in maniera organica la disciplina dell’esercizio del diritto di voto per i cittadini temporaneamente residenti all’estero (vedi l’OdG).L’ordine del giorno è stato accolto integralmente dal Governo.
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Franco Narducci
Vicepresidente
Commissione Affari esteri
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