IL BAVAGLIO DELLA RAI SUL REFERENDUM

Sarebbe già grave se ad un artista venisse messo il bavaglio. Un artista è un artista: scrive, canta, mette in musica i suoi pensieri. Sarebbe grave se gli fosse impedito di esprimere le sue idee, di dire cosa pensa del nucleare, della privatizzazione dell’acqua o del legittimo impedimento. Sarebbe un atto da regime totalitario, impensabile in una democrazia occidentale. Invece è quello che è successo il Primo maggio. La Rai ha fatto firmare una liberatoria ai big presenti al concertone di domenica, affinché non parlassero di referendum. Eppure non mi risulta che Morricone, De Gregori o Dalla siano dei politici e che Piazza S.Giovanni sia il salotto di Porta a Porta. Di fronte a questa censura preventiva, la parola “bavaglio” mi sembra una carezza.Questa è un vero e proprio atto di violenza, ricorda i peggiori regimi che uccidevano e uccidono la cultura, con la paura che possa creare opinioni diverse da quelle del dittatore-padrone.
A.A.A. Cercasi rivoluzione alle urne il 12 e 13 giugno.

Una situazione come questa sarebbe tipica dei regimi totalitari, dicevo, eppure è successo. In nome di che? Siete pronti alla beffa? In nome di una presunto regolamento sulla par condicio non ancora approvato in Commissione di Vigilanza Rai a causa, proprio, dell’ostruzionismo della maggioranza. Non c’è regolamento, non c’è par condicio e proprio per questo non ci sono dibattiti sui referendum… guai a ricordare che esistono… salvo, poi, imporre di non parlarne tramite una liberatoria che applica solo la parte censoria di un regolamento che non esiste. E voilà che gli artisti del Primo maggio approdano sull’Isola che non c’è, quella della par condicio per i referendum, con la bocca cucita.
A. A. A. Cercasi vera par condicio.

Voi penserete che è tutto qui. E vi sbagliate. Perché nelle intenzioni del governo c’è quella di far passare un’altra idea fasulla, come fasulli sono il presidente del Consiglio e la sua corte di servitori: che il 12 e 13 giugno non si voti. E’ un’enorme bugia. A oggi i quesiti referendari sono quattro e vivono di ottima salute e, semmai la Cassazione dovesse, cosa che non credo accadrà, cancellare quello sul nucleare, comunque di questiti ne rimarrebbero tre, tra cui quello che fa tremare Berlusconi, il vero mostro di Lochness che agita i suoi sonni: quello sul legittimo impedimento! Non fatevi ingannare dal pifferaio magico che vuole incantarvi con la sua musica bugiarda. Informatevi e andate a votare.
A.A.A. Cercasi corretta informazione

Ed infine…
… domani si celebra la giornata mondiale della libertà di stampa. Mi indigno e mi vergogno di fronte a questo governo che, per i bassi interessi di un premier che più che l’Italia governa il mondo dei media, si piazza al 49° posto della classifica redatta da Reporters sans Frontieres sulla libertà di stampa, a pari merito con il Burkina Faso e peggio di Taiwan. E se la libertà di espressione è sinonimo di democrazia… be’, traete voi la conclusione. Noi vogliamo un’informazione libera, vogliamo che la commissione di Vigilanza Rai si affretti ad approvare il regolamento sui referendum, vogliamo cittadini liberi di decidere alle urne in base a dibattiti politici obiettivi. Vogliamo una democrazia vera.
A.A.A. Cercasi rivoluzione, nelle piazze, sulla rete… ovunque… ribellatevi a una Tv pubblica cucita ad uso e consumo del presidente del Consiglio. E soprattutto il 12 e 13 giugno andate a votare. Adesso ne abbiamo proprio piene le tasche.

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