Margherita Corrado (Senato, AC) – Sulle circa 400 epigrafi del lapidario di Villa Zeri

Dopo il furto di una ventina di marmi iscritti dalla villa di Mentana (Roma) progettata dall’architetto Busiri Vici che lo storico dell’arte Federico Zeri (1921-1998) lasciò in eredità alla “Alma Mater Studiorum” di Bologna, auspicando diventasse “una sorta di campus di specializzazione per laureati in Storia dell’arte“, e che invece i bolognesi spogliarono immediatamente di tutti i beni mobili di loro interesse (fototeca e biblioteca), mentre gli eredi cedevano arredi e opere d’arte antica a vari musei, ‘denudandola’ e abbandonandola a sé stessa – due anni fa è stata addirittura messa all’sta dal Demanio –, ho chiesto a Franceschini con l’Atto Senato 3-02608, pubblicato il 15 giugno, “quali provvedimenti intenda assumere per salvaguardare le circa 400 epigrafi del lapidario di Villa Zeri, murate nelle strutture della casa e del giardino, ma anche per restituire ai legittimi proprietari i marmi iscritti che risulterebbero provenire da altre collezioni, essere finiti sul mercato antiquario e da lì nelle mani di Zeri, senza che fosse stata sporta denuncia”. Se, inoltre, “a distanza di oltre vent’anni dall’acquisizione, la mancata catalogazione e pubblicazione sul portale della Fondazione Federico Zeri – Università di Bologna di circa metà del Fondo fotografico originale”, forte di ca. 290.000 immagini di opere d’arte, “non renda necessaria e urgente una verifica, da parte del Ministero della Cultura, istituzionalmente preposto a tutelarla, della sussistenza e delle condizioni di conservazione di quella parte della fototeca”. Più sostanziale, anche alla luce dell’operazione condotta nei mesi scorsi, forzando il vincolo esistente, di smembramento della biblioteca e dell’archivio di Umberto Eco, “quale credibilità abbia e perché lo Stato finanzi un Comitato Nazionale per le celebrazioni in onore di Federico Zeri nato su iniziativa della stessa Fondazione partecipata dall’Università di Bologna che, donataria di un lascito di beni mobili che il celebre storico dell’arte voleva restassero legati al loro ‘contenitore’, avendo immaginato per gli uni e per l’altro una destinazione più che commendevole, rimane silente davanti al declino di Villa Zeri causato proprio dalle scelte dell’Ente.”

 

Margherita Corrado (Senato, AC) – Commissione Cultura

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