Riceviamo e volentieri pubblichiamo
I leader religiosi francesi chiedono una moderazione nei toni della campagna elettotrale. Diffusa una lettera aperta in seguito alle polemiche sul dibattito promosso dall'UMP, il partito del presidente Sarkozy
Roma/Parigi (NEV) – Per i leader religiosi di Francia una riflessione sulla laicità non può ridursi ad una discussione sulla presenza islamica nel paese. Alla neonata “Conferenza dei responsabili di culto in Francia” (CRCF) – cui aderiscono una dozzina di leader religiosi protestanti, cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani e buddisti – non sono piaciuti modalità e contenuti del dibattito sulla laicità recentemente promosso dal partito politico di maggioranza UMP del presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy.
In una lettera aperta pubblicata il 30 marzo scorso hanno chiamato alla moderazione nei toni: “inutile aggiungere altra confusione”, dicono, e al governo francese chiedono di “non dilapidare questo bene prezioso che è un pilastro del nostro patto repubblicano”. Per i leader religiosi in questo periodo pre-elettorale è capitale mantenere saldo il valore centenario della laicità evitando strani amalgami con il rischio di stigmatizzare i musulmani. “Insieme vogliamo promuovere una laicità dell'intelligenza”, affinché “il fattore religioso possa essere un elemento di progresso e pace”, scrivono, sottolineando come sia stata esattamente la “laicité à la française” a permettere un clima di cooperazione tra le religioni che ha portato alla costituzione della nuova CRCF.
Tra i firmatari della lettera aperta: il pastore Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia; il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale di Francia; Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio nazionale del culto musulmano; Gilles Bernheim, rabbino capo di Francia; metropolita Emmanuel, presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia; e il reverendo Olivier Wang-Genh, presidente dell'Unione buddista di Francia.
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