IL PDL? CHIAMATELO PARTITO DELL’IPOCRISIA

Il Pdl dovrebbe cambiare nome e chiamarsi Partito dell’ipocrisia. Roberto Lassini è quel candidato del Pdl al comune di Milano che ha fatto tappezzare la città con quei manifesti vergognosi in cui si grida al brigatismo nelle procure.

Quasi tutto il suo partito lo ha criticato aspramente per questo gesto ignobile. Ha cominciato il ministro Alfano, poi il presidente Schifani e tanti altri. La candidata a sindaco Letizia Moratti ha addirittura minacciato di ritirarsi dalla competizione elettorale.

Dopo un tira e molla durato qualche giorno Lassini alla fine ha chiesto scusa e ha fatto un passo indietro. Insomma, quello che non ha fatto la mente lo ha fatto il braccio. Già, perché Lassini è stato il braccio armato di Berlusconi il quale si è guardato bene dall’intervenire sulla vicenda. Proprio Berlusconi, pochi giorni fa, aveva parlato di brigatismo giudiziario e Lassini non ha fatto altro che trasferire su carta il pensiero del capo del partito e del governo.

Perché nessuno del Pdl ha criticato Berlusconi e tutti hanno invece massacrato il povero Lassini? Tanto per capirci e per restare in tema, è come se per gli atti di terrorismo delle Br fossero stati processati soltanto gli autori dei delitti e non anche gli ideologi. Insomma, secondo questa teoria Renato Curcio sarebbe rimasto un libero cittadino.

E’ chiaro che il Pdl è un partito privo di regole democratiche interne, dove un padre padrone comanda su tutto e ha potere di vita o di morte politica su ognuno dei suoi membri, ma francamente al massacro di Lassini ha fatto da contraltare un giustificazionismo nei confronti del suo mandante vergognoso, degno del peggiore doppiopesismo.

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