Sinfonica-visuale l’Italia a Pechino

Spesso la musica di un film viene ricordata per anni, anche più della stessa trama, e ci si ritrova a chiedersi invano quale fosse la canzone o il ‘frame’ di un brano che si ascolta durante una scena. Le emozioni di un film di successo, d’altronde, sono esaltate dai suoni di sottofondo. Un momento romantico viene infatti supportato da canzoni d’amore che restano nella mente delle ragazze più giovani, un inseguimento poliziesco o una rissa in strada vengono “rafforzati” da musiche dure che fanno da sfondo a scene incalzanti e violente. Il termine “colonna sonora” è nato in ambito cinematografico dove il suono spesso è registrato sulla pellicola cinematografica in senso longitudinale in un'area ben delimitata quindi in quella che può essere chiamata “colonna”. Per estensione poi per colonna sonora si intendono i contenuti sonori registrati in tale area, significato che in seguito è diventato quello più utilizzato e conosciuto e che si è esteso ad una qualunque opera composta da immagini e da suono. Alcune colonne sonore, o alcune canzoni da queste estratte, sono rimaste memorabili nella storia del cinema. E alcuni sodalizi celebri tra compositori e registi hanno finito per diventare tratto distintivo della filmografia di questi ultimi: si pensi a Sergej Prokofiev per Sergei Eisenstein, Bernard Herrmann per Alfred Hitchcock, Nino Rota per Federico Fellini, Ennio Morricone per Sergio Leone, Danny Elfman per Tim Burton, John Williams per Steven Spielberg e per George Lucas, Zbigniew Preisner per Krzysztof Kieslowski, Joe Hisaishi per Hayao Miyazaki o Nicola Piovani per Roberto Benigni. La colonna sonora di un film accompagna e sottolinea lo svolgimento della pellicola, e le musiche possono essere “originali” e non (due categorie premiate distintamente, per esempio, agli Oscar). Tralasciando il film muto, nel quale, ovviamente, la colonna sonora non può esistere, si può fare una distinzione tra la musica diegetica, che è quella che rappresenta la musica percepita direttamente dai personaggi della storia (come nel caso di un disco che suona durante la scena di una festa da ballo), e la musica extradiegetica che è quella che viene inserita per sottolineare un'azione o una situazione. Il “sonoro” viene introdotto nella cinematografia nel 1927 ed il primo film, in cui – peraltro – solo alcune scene sono sonorizzate, è “Il cantante di jazz” con Al Jolson come protagonista, per la regia di Alan Crosland. Inizialmente, la colonna sonora venne registrata direttamente sulla pellicola (in presa diretta) utilizzando un sistema analogo (ma all'inverso) a quello usato poi per la riproduzione: un microfono riceveva i suoni dall'esterno e, mediante un opportuno trasduttore, lo trasformava in variazioni di intensità luminosa di una lampada che andava ad impressionare la fascia di pellicola che le scorreva davanti. Successivi affinamenti tecnici porteranno alla realizzazione di tracce sonore riportate sulle stampe della pellicola al momento della realizzazione delle copie in positivo. In questo modo sarà possibile mescolare voci e musica, eseguire il doppiaggio, creare la necessaria fluidità del commento sonoro a montaggio avvenuto, escludento tutti i disturbi ed i problemi legati alla presa di suono in diretta. Si chiama Orchestra Italiana del Cinema, è composta da 82 elementi ed è la prima compagine sinfonica italiana interamente dedicata all’interpretazione ed esecuzione del repertorio di musica per film, una formazione diretta dal Maestro Daniele Belardinelli (già con Abbado e Sinopoli) e costituita dalle migliori giovani forze musicali, rigorosamente selezionate con audizioni presso i prestigiosi studi di registrazione Forum Music Village di Roma , storica sede della Colonna Sonora, fondata alla fine degli Sessanta da Luis Bacalov, Ennio Morricone, Piero Piccioni e Armando Trovajoli. Scopo precipuo, promuovere il cinema italiano nel mondo ed anche recuperare e restaurare le partiture dei capolavori del grande schermo grazie alla collaborazione con Enti, Associazioni, Fondazioni ed Archivi pubblici e privati, oltreché autorevoli maestri trascrittori. L’esordio al Beijing International Film Festival, con la direzione del Maestro Nicola Piovani, che dirigerà l’organico in due suites tratte dalle colonne sonore da lui composte per i film La voce della luna e Ginger & Fred di Federico Fellini e dal pluripremiato La vita è bella di Roberto Benigni. La prima assoluta il 23 aprile, nella cerimonia di apertura in diretta televisiva e poi, il 26 e 27 del mese, un doppio concerto sinfonico-multimediale alla “Great Hall of The People” in piazza Tiananmen. Durante l’apertura del Festival l’orchestra darà vita a Cinematology: un concerto-evento unico nel suo genere, arricchito dalle proiezioni di veri e propri affreschi digitali e contenuti inediti dedicati alle composizioni in programma, elaborate da Stefano Fomasi e dal suggestivo gioco di luci sul palcoscenico firmato da Pepi Morgia. Il programma, quale omaggio al grande cinema internazionale, porterà in scena alcuni tra i più significativi temi del grande schermo tratti da celebri film quali La dolce vita, Amarcord, 8 e 1/2, Il Padrino, E.T., Guerre Stellari, Schindler’s List, Momenti di Gloria, Via col vento, Colazione da Tiffany, 2001 odissea nello spazio, Luci della ribalta, Ladri di biciclette insieme ad alcune composizioni del cinema cinese tra cui The Red Detachment of Woman, concretizzando così lo scambio culturale tra i due Paesi. Solista dell’orchestra in alcuni brani del repertorio sarà invece Mauro Maur, storica prima tromba del Teatro dell’Opera di Roma e già solista per Ennio Morricone, accompagnato dalla pianista canadese Francoise de Clossey, Premio Oder 2008 alla Carriera. Uno spettacolo che coinvolgerà emotivamente il pubblico cinese in uno show sinfonico visuale. Grazie, poi, alla collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e della Biennale di Venezia, l’Italia partecipa alla manifestazione con i seguenti film: Sorelle Mai, L’uomo che verrà, La bellezza del somaro, Puccini e la fanciulla, La solitudine dei numeri primi. Ospiti d’onore della rassegna i registi Marco Bellocchio, Paola Baroni e Paolo Benvenuti.

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