“L’impegno del Governo c’è, ma servono ulteriori passi concreti: per questo abbiamo espresso una richiesta formale per sapere in dettaglio come siano stati spesi i 400 milioni di euro che il governo, attraverso Invitalia, ha messo in campo per entrare in società al 50% con il gruppo franco–indiano Arcelor Mittal. Riteniamo inoltre sia necessario anticipare l’ingresso in maggioranza al 60% da parte di Invitalia, quanto prima possibile senza attendere la data del giugno 2022, e dei manager che rappresentano lo Stato. Il Governo deve di più per far rispettare ad Arcelor Mittal tutti gli impegni assunti sia nel rispetto della dignità dei lavoratori sia dei cittadini di Taranto. Auspichiamo che venga messo in campo velocemente un cronoprogramma”.
Così il Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, presente, insieme al Segretario Confederale e Vice Segretario Nazionale Adelmo Barbarossa, all’incontro sull’ex Ilva con il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
“Il Ministro Giorgetti – sottolinea Spera – ci ha spiegato che i 400 milioni di euro, a detta di Arcelor Mittal, sono serviti per pagare affitti e quote di emissione di C02. L’ingresso nella Società prevedeva anche una conseguente entrata di manager di Stato nel CDA della nuova azienda ‘Acciaieria d’Italia’, ma a tutt’oggi questo importante adempimento non è stato portato a termine in attesa della presentazione del bilancio da parte di Arcelor Mittal. L’acciaio a detta del Governo è strategico dal punto di vista economico e industriale, nonché, attraverso il PNRR, dovrà essere prodotto nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, in particolare di Taranto, attraverso nuove tecnologie non inquinanti”. “Ribadita dal Governo la piena occupazione all’interno del siderurgico di Taranto, con nuove opportunità che si verranno a creare sul territorio”.
“Il piano industriale potrebbe essere rivisto e migliorato e ci aspettiamo, come Ugl, che sia condiviso con le organizzazioni sindacali e non subito come un segreto di Stato. Per noi – aggiunge Spera – va comunque rispettato l’accordo firmato presso il Mise nel 2018, a garanzia di tutti i posti di lavoro, ivi compresi quelli dei 1700 dipendenti in Amministrazione Straordinaria”.
Nel frattempo “è in corso un confronto con la regione Puglia per garantire gli ammortizzatori sociali necessari nelle fasi di transizione. Vanno in qualsiasi modo superate le contrapposizioni tra lavoro e salute, velocizzando la transazione ecologica degli impianti”.