“All’impoverimento ed al degrado che sta investendo la Provincia di Matera, bisogna rispondere invertendo le tendenze in atto ed affermare il diritto al lavoro, alla formazione, alla sicurezza, alla salute: nel territorio materano una famiglia su 4 vive in situazione di disagio economico e un giovane su 4 è un cosiddetto ‘Neet’, cioè non è né lavoratore né studente. Sono alcuni degli aspetti che più spiccano nell’ampio di una ricerca Ugl, è il suono di campanello d’allarme che và analizzato attentamente dove sicuramente si nasconde un lato sociale preoccupante”.
Lo ha affermato Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera ed in veste di consigliere nazionale nell’ambito del Consiglio Nazionale Confederale Ugl appena terminato in cui si sono collegati in videoconference con il Segretario Generale Ugl, Paolo Capone e la Segreteria Confederale dalla sede nazionale di Via Nomentana, 26 a Roma, i 180 delegati del parlamentino dell’o.s. Ugl.
Attenzionato dal Segretario Generale Ugl, Francesco Paolo Capone, dai segretari Confederali e da tutto il parlamentino, molto duro è stato l’intervento del sindacalista materano per il quale, “parliamo di una provincia avvolta tra spopolamento e povertà, appartenente alla Basilicata non più l’isola felice del Mezzogiorno, frutto di uno scenario drammatico che se si incrocia di pari passo con i dati sulla povertà in un’emergenza che riguarda 35mila famiglie lucane: nuclei materani al lastrico, l’agricoltura in ginocchio mentre – ha denunciato Giordano – recriminiamo forte che non c’è tempo da perdere. La grave pandemia, il dilagante dramma da Covid-19, ha messo in ginocchio il territorio di Matera: ha bisogno di scelte urgenti per favorire una fase di crescita e di sviluppo, ed è dovere di tutti favorirle. Il territorio non sfugge al destino che sta attraversando tutta la Regione. Il settore industriale è fortemente indebolito dalla crisi, Ferrosud sparita, o nell’area industriale di Pisticci e Val Basento, nel corso di questi anni, si è assistito ad una vera e propria decadenza di fabbriche e questa tendenza è stata abbastanza generalizzata per tutta la provincia: il fenomeno – ha aggiunto l’esponente Ugl – non ha riguardato solo le piccole e piccolissime aziende, ma anche aziende medie. Accanto alle difficoltà storiche, i comuni di Matera registrano un fattore di arretratezza in più, determinato da una politica nazionale che fino al nuovo inserimento di Draghi, è stata incapace di produrre un progetto di sviluppo e di valorizzare le risorse locali. Per tali ragioni l’Ugl rivendica una politica di coordinamento e integrazione delle risorse finalizzata a creare lavoro ed a difendere il lavoro che c’è. Il materano non ha bisogno d’interventi estemporanei che creano solo nuove forme di precariato, è necessario che la spesa si concentri su progetti e produca lavoro buono. Nel 2020 migliaia di famiglie materane hanno vissuto senza alcun reddito, la disoccupazione ha raggiunto cifre agghiaccianti. Sulla crisi che ha ormai travolto tutto il nostro territorio non possiamo ancora stare fermi ed aspettare che qualcosa accada e si risolva il tutto o, vivere nell’illusione che una vincita della lotteria Italiana risolva definitivamente i nostri problemi: occorre risollevare l’economia, e giustamente come ha affermato il S.G. Ugl Capone pochi giorni fa, è evidente che per Matera e per tutto quanto il sud la crisi si è manifestata in maniera più drammatica. C’è un’opportunità: il ‘Recovery Plan’ potrebbe essere lo strumento che rilancia l’economia soprattutto al sud laddove si creino reti logistiche, reti immateriali. La zona del materano congiuntamente a quella di Scanzano e Policoro negli ultimi anni ha registrato un PIL elevato nel settore ricettivo, ma purtroppo con il subentrare del Covid siamo ritornati a circa 60 anni indietro con grave penalizzazione del settore produttivo. Il Presidente Bardi e agli assessori regionali sono obbligati ad effettuare un cambio di passo perché il territorio materano-ionico-metapontino ha le risorse e le capacità per uscire da questo gap sfruttando tutte le iniziative che si possono mettere in campo. L’apporto politico-sindacale dell’Ugl – ha concluso Giordano – sarà come al solito forte e determinato: urge cambiare passo in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro partendo da una diversa sensibilizzazione che inizi dalle scuole. Oggi si muore sul lavoro con una frequenza impressionante e nel 2020, con la tecnologia di cui si dispone, non è più tollerabile”.