IL PUNTO 355…"quasi speciale"..

Cari amici de IL PUNTO,
questa edizione settimanale della newsletter è decisamente speciale, ma non per i suoi contenuti quanto per il fatto che la scorsa settimana mi sono mezzo fracassato una spalla e quindi – dovendo scrivere con un solo dito sulla tastiera per blocco sanitario dell'articolazione destra – buttar giù delle idee a ritmo ridotto – a parte il male -è quasi una tortura.

Peccato, perchè avrei voluto commentare meglio la tragedia libica e la vergogna di un'Europa che non ha il coraggio di imporre anche con la forza a quel beduino arrogande e ignorante di Gheddafi di andarsene e smetterla di sfruttare e uccidere il suo popolo, Europa che ha la cattiva coscienza di aver tacitato ogni logica e ogni orgoglio in nome del “dio” petrolio.
Certo che tutti ne abbiamo responsabilità, ma intanto potremmo cominciare a sequestrare tutte le proprietà italiane (ed europee)del buffone-criminale di Tripoli che – come ogni delinquente ricattatore – ha sapientemente giocato le sue carte con tutto un continente.
Vergogna, tristezza, timore per come esploderà il calderone libico, mentre quella stessa Europa mostra tutta la sua altra e ulteriore faccia di debolezza nel dire sostanzialmente “arrangiati” all'Italia ed alle altre nazioni su cui potrebbe arrivare l'ondata migratoria di decine di migliaia di disperati ridotti allo stremo.
Come mi sembrano inutili le appiccicose parole di un presidente come Napolitano (che quotidianamente recita le liturgie della fiera dell'ovvio) ma che, ospite a Berlino, non ha nemmeno avuto il coraggio di almeno difendere con energia il punto di vista italiano.

Poi c'è la solita babele interna dove si cucinano leggi incomprensibili (vedi decreto milleproroghe) ma in situazioni che ogni anno sono sempre andate avanti così e quindi mi sembra semplicemente ipocrita – sempre dal beneamato inquilino del Colle – scoprirlo solo adesso.

Ne parleremo la prossima settimana sperando di star meglio e dedichiamo comunque tutti almeno un pensiero a quanto sta succedendo nel Nordafrica in un mese che forse tra qualche anno sarà letto come un febbraio simile all'ottobre del 1989 in Europa. Rispetto per le vittime e per chi sta lottando per la propria libertà. Io, però, non posso dimenticare anche quegli italiani che Gheddafi buttò fuori nel 1970 dalla Libia senza un soldo, rubandogli tutto, connazionali accolti allora in Italia come stranieri, spesso disprezzati e dimenticati fino ad oggi. Sono passati regimi e governi, destra e sinistra, ma mentre il gradasso di Tripoli poteva ricattare e permettersi pagliacciate ignobili loro – i profughi italiani espulsi dalla Libia – dopo 40 anni attendono ancora un rimborso decente di quanto è stato loro rubato. Mi è di piccola soddisfazione ricordare a me stesso di come ho cercato tante volte di difenderli durante questi anni in Parlamento, di solito inascoltato…

Marco Zacchera

ps: tengo a precisare (perchè mi hanno bonariamente preso in giro in tanti) che non mi sono fatto male sciando per mia incapacità, ma solo perchè si è improvvisamente spezzato il cavo del seggiolino dello skilift…e gran botta, ovvviamente a destra… Ma adesso NON scrivetemi, altrimenti vi devo pure rispondere…

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