Occam ci chiamerebbe sudditi.

Di Pasquale D’Aiuto

Secondo il metodo del Rasoio di Occam (Guglielmo di Occam, vissuto nel ‘300, religioso francescano inglese, teologo, filosofo), “Pluralitas non est ponenda sine necessitate”; vale a dire “Non si deve considerare la pluralità se non è necessario”. Tra molteplici, possibili spiegazioni o soluzioni, insomma, bisogna preferire la più semplice: sarà quella giusta.

Occam, oggi, in Italia, ci informerebbe che non contiamo più niente. Che la Politica è morta, che la Democrazia e la Rappresentatività dobbiamo cercarle altrove. Perché tra le tante giustificazioni dell’incarico a Mario Draghi, di gran lunga la più semplice è questa: noi siamo sudditi. Di un’oligarchia, di una nomenklatura, di una signoria (non) illuminata? Quel che sia, sia ma sempre sudditi restiamo.

Dite: i numeri di una maggioranza non ci sono; la crisi è conclamata, l’incompetenza pure; bisogna agire in fretta e le elezioni, adesso, sarebbero un male, poiché non potremmo progettare l’utilizzo della montagna di danaro in arrivo dal Recovery Fund – che sarà rimborsato dai nostri figli – e, soprattutto, non riusciremmo a dialogare autorevolmente con l’UE. Certo, lo ha facilmente dedotto, ieri, in quello che è apparso un lucido discorso alla nazione, anche il nostro Presidente. E come dargli torto? Che avremmo fatto, noi, al suo posto?!

Tutto bello, tutto lineare ma solo se non proviamo a ragionare lateralmente. Perché il punto NON è la soluzione utilizzata da Mattarella (l’incarico ad un tecnico, seppur di chiara fama internazionale) MA il modo con cui si è giunti ad essa, ossia come sia stato possibile pervenire ad una decisione così tanto drammatica e dirompente quanto, contemporaneamente, naturale ed incontestabile! Come abbiamo ottenuto la tempesta perfetta? Che cosa ha fatto la nostra Politica per seppellire se stessa?

E sì, perché il nostro Presidente, la soluzione, se l’è trovata servita su un piatto d’argento; tutto lasciava presupporre questo finale. Ma chiediamoci anche: chi glielo ha preparato e porto, questo bel piatto? E chi mai potrà contrapporsi alla decisione di non andare a votare?

Anzi: chi mai VORRÀ addurre argomenti contrari? Forse, chi siede sui lucidi scranni di Camera o Senato? Forse coloro che, nati per fare opposizione, ora potranno tornare nella loro comfort zone, ritrovando i propri tic ed il pubblico votante? Forse chi, quel tecnico di garanzia, lo ha sempre desiderato? Forse gli europeisti con le tasche degli altri? Forse chi ha provocato e voluto questa crisi, e non per alti ideali? Forse chi, adesso, può togliersi la maschera del professionista prestato alla politica e dedicarsi alla fondazione del nuovo movimento di centro? Forse chi approfitterà della situazione per insistere con argomentazioni sovraniste o pseudo-socialiste? Forse chi ha un leader molto popolare, da cui smarcarsi per creare il proprio piccolo lago dove essere un big fish? Forse gli esponenti degli altri Paesi europei, che hanno ampiamente dimostrato di ritenere Draghi il loro garante?

La verità è che tutti o quasi sono responsabili di questo disastro italiano, annunciato quanto deliberato; di questo anatema, realizzatosi sulle nostre teste a partire dalle liste di eletti decise nelle segreterie di partito, dagli arzigogoli nel voto oscuri solo a noi, dalla riforma del Parlamento senza una nuova legge elettorale, proseguendo coi proclami degli organi di stampa a gettone, con deliberazioni sovranazionali sempre più complesse e penetranti, con le alleanze paradossali in Parlamento, sino a giungere alla ridicola gestione di una pandemia, alla cancellazione della gerarchia delle fonti normative e, quindi, adesso, all’apice assoluto: la responsabilità di questi prestiti immensi, che potrebbero ribaltare la nostra realtà, nelle mani di soggetti giammai sottoposti al – già depotenziato – vaglio del voto, che è l’esatto contrario della Democrazia!

Il destino dell’Italia non è più nelle mani di chi, bene o male, è stato scelto dal Popolo; e ci siamo arrivati con un percorso netto, inarrestabile, senza intoppi, inevitabile.

E non venitemi a parlare di consultazioni, poteri e ruolo del Presidente, ché ho una laurea in Giurisprudenza con lode e pure una certa età, e di banalità ne ho lette e sentite troppe. Anche io faccio il tifo per l’Italia, pure io mi dolgo della palese mancanza di qualità dei nostri esponenti e spero che il risultato di questo percorso anti-democratico ci conduca, per lieta sorte, verso un futuro radioso ma la verità è che, vada come vada, oggi è medioevo, è la morte della Politica, dello spirito democratico e del più basilare diritto di rappresentanza della gente nelle istituzioni.

Dopo settecento anni Occam ed il suo Rasoio ci relegano, con spietatezza, alla nostra condizione di sudditi.

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