MILLEPROROGHE, DE TILLA, OUA: “NEL NUOVO TESTO DEL MAXIEMENDAMENTO SI INSERISCA

LO SLITTAMENTO INTEGRALE DELL’ OBBLIGATORIETÀ DELLA MEDIACONCILIAZIONE. LA PREVISTA LIMITAZIONE A DUE SOLE MATERIE (CONDOMINI E INCIDENTI) È INSUFFICIENTE”

CRESCONO LE ADESIONI ALLA PREVISTA ASTENSIONE

DALLE UDIENZE DEL 16-22 MARZO

SOLIDARIETÀ DALL’ ASSOCIAZIONE NAZIONALE

DEI GIUDICI DI PACE

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Oua, dopo lo stop del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Milleproroghe, rilancia la proposta di inserire nel nuovo testo del maxiemendamento del Governo, che verrà presentato alla Camera e poi trasmesso al Senato, lo slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della mediaconciliazione per tutte le materie. Nel ddl approvato al Senato era prevista solo per due ambiti: incidenti e condomini. Alla protesta indetta dall’Oua, arrivano ulteriori adesioni, tra queste quella di tutti gli Ordini della Campania, ( Napoli in testa), nonché dell’Associazione Nazionale Giudici di Pace, ANGdP, guidata dal presidente Vincenzo Crasto.

«Se passa l’ipotesi di un nuovo testo, un maxi emendamento che il Governo intende presentare – spiega il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla – non possiamo non rilanciare la proposta di uno slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della mediaconciliazione per tutte le materie. Si recupererebbe così lo spirito e l’iniziativa bipartisan delle Commissioni riunite di Bilancio e Affari Costituzionali che avevavo appunto dato il via libera a un emendamento in tal senso, poi, purtroppo ribaltato con un blitz da un deciso intervento del Ministero di Giustizia che all’ultimo minuto era riuscito a far approvare una norma che restringeva a sole due materie la proroga, appunto, incidenti e condomimio. Il Governo ha un’occasione importante, quella di aprire finalmente un dialogo con la categoria e di riportare lo scontro sociale su un terreno di confronto costruttivo, soprattutto alla luce dell’astensione proclamata unitariamente dall’avvocatura dal 16 al 22 marzo».

«Rimangono sul tavolo altri punti di conflitto – continua de Tilla – il principale è il ddl presentato dal ministro Alfano sulla rottamazione dell’arretrato civile. A tal proposito è arrivata in queste ore la solidarietà alla protesta anche dai giudici di pace, che con un deliberato hanno deciso di sostenere le iniziative promosse dall’avvocatura. L’ANGdP giustamente sottolinea che l’efficienza dell’amministrazione giudiziaria “non si raggiungerà mediante la fuga dal processo affidando a soggetti non appartenenti all‟ordinamento giudiziario la gestione della delicata fase conciliativa”. Anche per l’Associazione Nazionale la scelta di attribuire ad un non giudice la gestione di tale fase presenta, tra le altre cose, gravi aspetti di incostituzionalità

Forte la critica anche sul ddl per l’arretrato giudiziario. È evidente che la proposta di affidare a 600 ausiliari, magistrati e avvocati dello stato in pensione, lo smaltimento delle cause pendenti produce una sovrapposizione con le funzioni stesse della giudice di pace, riducendo però qualunque criterio di qualità del servizio. Dei veri e propri cottimisti del giudizio rapido, a scapito dei cittadini: passeremo così dalla magistratura onoraria a quella della quarta età».

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