SINTESI DELL’INTERVENTO DELL’ ON. LORENZO CESA

Segretario Nazionale Udc

Assemblea Udc Palazzo della Cooperazione, Roma

Care amiche, cari amici,

….In sala sono presenti i nostri deputati e senatori, i coordinatori ed i presidenti regionali e provinciali ed i coordinatori dei comuni capoluogo in cui si voterà tra pochi mesi in primavera.

….Sappiamo quanti sacrifici abbiamo dovuto sopportare per arrivare fin qui negli ultimi due anni e mezzo. Sfidando tutto e tutti, rinunciando ai posti di potere, scegliendo di correre da soli contro le corazzate dei due schieramenti.

Chiamandoci fuori da un bipolarismo che ha dominato la scena politica italiana degli ultimi 16 anni e che finora aveva sempre schiacciato chiunque provasse a mettersi contro.

Se noi non siamo stati schiacciati e siamo qui oggi, è perché abbiamo capito per primi che questo bipolarismo ha ormai il fiato corto e che il Paese è pronto per la fine di questa stagione e attende solo che gli venga offerta un’alternativa. Un’alternativa seria e credibile.

Bene, questa alternativa siamo noi, dobbiamo essere noi. E la conferma ci arriva dai fatti. Due anni e mezzo fa eravamo completamente soli a testimoniare queste cose. Oggi si sono avvicinati a noi altri, provenienti dall’uno e dall’altro schieramento.

….Allora, cari amici, se c’è una cosa che non possiamo permetterci in un quadro tanto favorevole per noi e insieme tanto complesso e difficile per il Paese, è quella di apparire agli occhi dei nostri concittadini come incerti o indecisi.

Abbiamo un’unica strada davanti, la strada che abbiamo progettato, tracciato e aperto noi, la strada della costruzione del Nuovo Polo.

Le alternative non esistono, le incertezze o i passi indietro o di lato, a destra come a sinistra, non solo non verrebbero compresi, ma sicuramente verrebbero usati come boomerang contro di noi.

Siamo e dobbiamo rimanere equidistanti dal Pd e dal Pdl.

Mi pare che nessuno più dubiti qui dentro sul fatto che non andremo a costruire l’ennesimo esercito di Franceschiello con il Pd se il Pd continua ad inseguire Vendola e Di Pietro.

Il governo Prodi si è schiantato assommando sigle di partito che non avevano niente in comune tra loro: dopo appena due anni e mezzo ha ricevuto un giudizio di condanna senza appello da parte degli elettori.

Noi eravamo all’opposizione di quel governo e di quel metodo di costruire le coalizioni allora ed avevamo ragione.

Non saremo certo noi, dunque, a riproporre domani quello che ieri noi stessi e gli italiani abbiamo fermamente respinto. Il Paese chiede alla politica concretezza e soluzioni ai problemi, mentre non è più disposto a dare credito a coalizioni messe insieme solo per guadagnare poltrone, ma incapaci di governare perché divise al loro interno su tutto: se il Pd vuole stare insieme a chi insulta Bonanni e Marchionne faccia pure. Ma non può pensare di stare anche insieme a chi, come noi, ritiene la vittoria del “sì” al referendum irrinunciabile per scongiurare il rischio più drammatico: una Fiat fuori dall’Italia e i lavoratori mandati a casa.

Ma vorrei che nessuno più si sentisse nemmeno attratto, specie in qualche periferia, dall’idea di farci assumere il ruolo di stampelle di Berlusconi.

Il presidente del Consiglio che apre all’Udc è lo stesso che contemporaneamente avvicina deputati di tutti i gruppi, compreso il nostro, nella speranza di portarne via qualcuno con il solo obiettivo di tirare a campare.

Ci corteggia. Ma a parole, perché quando gli offriamo la disponibilità a discutere alla luce del sole sui problemi del Paese e sulle riforme da introdurre, manda a dire che non si fida di noi.

Avrebbe senso dunque fargli da stampella? E per ottenere cosa? Qualche poltrona in cambio del disgusto degli italiani che giustamente ci tratterebbero come quei tre “responsabili”, si fa per dire, che da un giorno all’altro hanno il fatto il salto della quaglia senza spiegazioni plausibili?

E poi a chi servirebbe tutto questo? A Berlusconi senz’altro, ma di sicuro non a noi e nemmeno al Paese. Berlusconi non è riuscito a governare, ad affrontare i temi della crisi, delle riforme quando aveva 70 parlamentari di maggioranza, perché dovrebbe farcela con tre o dieci o venti?

Ecco allora che io sono convinto che non siano nemmeno necessarie tante parole: dobbiamo fare il Nuovo Polo, lavorare al progetto di un nuovo Polo per la Nazione. E se non lo facessimo sarebbe una follia.

….Ma soprattutto intendiamo lavorarci con i nostri dirigenti a livello regionale, provinciale e comunale a partire dalle realtà in cui si andrà al voto tra pochi mesi. Ed è questa la ragione per cui abbiamo ritenuto indispensabile la vostra presenza qui, oggi. Il Polo della Nazione, per essere credibile e guadagnare rapidamente visibilità e attenzione, dovrà essere ed apparire come una scelta netta e convinta a tutti i livelli. E le amministrative rappresenteranno il primo vero banco di prova per il nuovo progetto. Dovrete e dovremo essere capaci di rappresentare l’elemento di novità e di cambiamento rispetto ai soliti due schieramenti, rispetto al populismo del centrodestra cannibalizzato dalla Lega e alla confusione e all’arretratezza delle proposte di un centrosinistra ostaggio di Vendola e Di Pietro. Dovrete e dovremo dunque metterci al lavoro da subito per individuare candidati autorevoli e forti che si mettano al centro della competizione e rompano il solito schema. Dovrete e dovremo essere capaci di mettere in campo persone e programmi capaci di vincere o di andare al ballottaggio e risultare decisivi per cambiare il modo di amministrare le nostre città e le nostre province.

E’ inutile che vi dica a questo punto che se erano senza senso i litigi, le gelosie e le divisioni interne quando eravamo soli a testimoniare la presenza del centro a livello locale, ancora più incomprensibili ed inaccettabili saranno le chiusure e le piccole beghe interne. Dobbiamo essere uniti ovunque.

E uniti dobbiamo avviare il dialogo con gli alleati e con le liste civiche e i democratici cristiani delusi del Pdl e del Pd che verranno a bussare alla nostra porta.

Così come incomprensibili ed inaccettabili saranno gli sbandamenti a destra come a sinistra e, peggio ancora, l’inerzia.

….I temi e gli argomenti di certo non ci mancano. Sono quelli della modernizzazione, delle riforme, dell’attenzione alla famiglia e alle piccole e medie imprese, dei valori cristiani, della tutela della vita e della centralità dell’uomo, dei giovani.

….In primis a un Paese spaventato e depresso dalla crisi, al 30% dei giovani che non hanno lavoro, alle famiglie che sono tornate indietro di 11 anni nei loro risparmi per fare fronte ad un’economia che non cresce più, abbandonate a se stesse.

….E mentre gli altri lavorano a dividere il Paese, a noi viene offerta la straordinaria opportunità di essere gli unici in grado di unirlo.

Il nuovo Polo sarà vincente se saprà pacificare l’Italia, e l’Italia uscirà dalla crisi solo se si pacificherà mettendosi alle spalle questi inutili e dannosi sedici anni di lotte intestine più degne del Colosseo di 2000 anni fa che della politica di una potenza industriale mondiale del terzo millennio.

….Con questa sensibilità, con questo senso di responsabilità, ci siamo mossi finora e ci muoveremo nei prossimi mesi in Parlamento votando tutti i provvedimenti che riterremo utili al Paese, da chiunque provengano, e opponendoci a tutti i provvedimenti che non condivideremo.

Grazie.

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