Nel giorno dell’insediamento del presidente Usa arriva
in libreria un saggio di Massimo Faggioli.
Spiega la svolta in arrivo nelle relazioni fra Washington
e il Vaticano che si rifletterà in tutto il mondo.
Nel giorno dell’insediamento del presidente Usa arriva in libreria un saggio di Massimo Faggioli.
Spiega la svolta in arrivo nelle relazioni fra Washington e il Vaticano che si rifletterà in tutto il mondo.
Arriva in libreria il giorno dell’insediamento del nuovo presidente americano e mentre è ancora forte lo shock per l’assalto a Capitol Hill dei sostenitori di Trump, il saggio di Massimo Faggioli “Joe Biden e il cattolicesimo negli Stati Uniti” edito da Scholé, marchio della Morcelliana (pagg. 208, euro 16). Il volume, già tradotto negli Stati Uniti dove fa ha cominciato a far discutere i commentatori, presenta per la prima volta un’analisi completa non solo del significato dell’elezione di Biden per la storia del cattolicesimo Usa, ora giunto all’ “ora della verità”, ma anche delle possibili conseguenze interne – per la Chiesa cattolica degli Stati Uniti, ed esterne – nelle relazioni fra la Casa Bianca, il Vaticano di Papa Francesco e la Chiesa globale (già definiti gli “imperi paralleli”). Qualcosa di più di un libro di politica internazionale o che riguarda un secolo di storia della Chiesa contemporanea quello del professore che ha lasciato l’Italia, oggi docente alla Villanova University (Philadelphia) e columnist per autorevoli testate. Joe Biden è il secondo presidente cattolico, dopo John Fitzgerald Kennedy (1961- 1963), ed è stato il quarto a candidarsi (Al Smith nel 1928 e John Kerry nel 2004) per ricoprire quella carica politica, ma anche morale e in certo modo religiosa (considerando il ruolo della religione nella sfera pubblica degli Usa) che è la presidenza degli Stati Uniti. Ma Biden rappresenta un Paese diviso al suo interno come non mai dai tempi della guerra civile, e un mondo cattolico in crisi, lacerato tra forme nemmeno più conservatrici o liberal, ma di marca post-istituzionale e neo-integralista, fra “culture wars” diventate stile di vita ecclesiale e politico. Un mondo, insomma, in attesa di una sintesi o destinato a veder prolungare lo stallo delle sue polarizzazioni. Ed è qui, che oltre la cronaca o il racconto, balza agli occhi la linea interpretativa dell’autore. Che mettendo a frutto le sue ricerche sulla storia della chiesa contemporanea e il Vaticano II individua come nodo centrale la combattuta e controversa eredità del Concilio e le conseguenti scelte in merito alla giustizia sociale, ai modelli economici, all’ambiente, ai rapporti con culture e religioni diverse.
L’autore
Massimo Faggioli è professore ordinario nel Dipartimento di Teologia e Scienze religiose della Villanova University (Philadelphia). Vive negli Stati Uniti dal 2008. Collabora con varie riviste italiane tra cui «Jesus», «il Mulino», «Huffington Post» e «Il Regno», di cui è componente della redazione, ed è columnist per «Commonweal» e «La Croix International». I suoi libri e articoli sono stati tradotti in più di dieci lingue. Tra le pubblicazioni in italiano: Breve storia dei movimenti cattolici (Carocci, 2008); Vera riforma. Liturgia ed ecclesiologia nel Vaticano II (EDB, 2013); Cattolicesimo, nazionalismo, cosmopolitismo. Chiesa, società e politica dal Vaticano II a papa Francesco (Armando, 2018).