In Sicilia, senza troppi giri di parole, il Federalismo non è stato surrettizio ma, dopo una vera e giusta lotta armata contro lo Stato centrale, è stata la vittoria del ¨Popolo Siciliano, una conquista che les élites hanno girato ad un popolo reso però “distratto”.
Il Federalismo tanto decantato al nord, oggi in Sicilia, – oh tempora! – sarebbe potuto avvenire in maniera automatica (semplicemente mettendo in atto i dettati dello Statuto, la legge Costituzionale della Sicilia, sempre volutamente ignorata e violata impunemente dallo Stato centrale) senza bisogno delle degenerazioni folcloristiche né delle ampolle di fiumi ormai ridotti in ricettacoli scarsi d'acqua e ricchi di veleni.
Ripetiamo, Federalismo automatico: avremmo dovuto attuare almeno dal 1946 quello che il Nord chiede oggi come novità costituzionale. Ma i siciliani, sempre genuflessi e servi di qualcuno, a volte per ignoranza, troppo spesso per tornacontismo della classe politica locale, hanno perduto le opportunità di sviluppo insite nell'Autonomia e, anche se oggi inseguono falsi maestri che “si sciarrianu pi na manciata di ficu sicchi”, non riescono a rendersene conto e celebrano come virtuoso qualcosa che hanno sempre finto di ignorare e che sono stati incapaci di valorizzare.
Il Federalismo, cosa nova come nel 1921 la rappresentazione dei sei personaggi di Pirandello, come un grande “pacco” pieno di beni inutili, si dimostra un grande bluff italico. Per adesso è riuscito soltanto a trasferire la proprietà di laghi, fiumi, coste, caserme ed altri pezzi del demanio di uno Stato, che si ostinano a passare per unitario, alle regioni, alle province (che dovrebbero essere eliminate) e ai comuni (federalismo demaniale), oggi liberi perciò di farne l'uso che ne vogliono.
Siamo passati dai fasti originari dell'auspicata autonomia del nord-est al contentino dell'iniquo federalismo esclusivamente fiscale, a dimostrazione che ben presto, questo federalismo artificiale, si ridurrà soltanto a “chiacchiari e tabaccheri ‘i lignu”.
Sicuramente Bossi ( o chi per lui ) ha capito di essere rimasto nudo e oggi si adatta a gestire un potere che l'ignavia dei suoi alleati gli ha consegnato su un piatto d'argento. Questa è la dimostrazione lampante della mistificazione federalista che dimostra oggi il fallimento del suo progetto originale e vive alla giornata invece di rendere finalmente e doverosamente conto delle promesse fatte alla gente.
Per questo non crediamo assolutamente nella Lega che, secondo L’ALTRA SICILIA, altro non rappresenta che una spinta verso un localismo chiuso ed egoista, che si è costruito posizioni di privilegio grazie all'opulenza delle regioni del nord-est, a danno delle regioni meno favorite, e specialmente della Sicilia, laddove il Federalismo, insito nello Statuto Siciliano di Autonomia, possiede i necessari postulati della sussidiarietà e non deve reclamarsi a principi di solidarietà di cui invece è stato sempre privato e non può che essere sinonimo di assoluta e meditata indipendenza.
Un'Autonomia che non è fittizia né artificialmente costruita, ma resa sacra da quanti hanno sacrificato la loro vita nella lotta di redenzione e giustificata da ragioni storiche e dagli aneliti del popolo a giustizia e libertà.
L'ALTRA SICILIA – ANTUDO
Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”
(www.laltrasicilia.org)
Tratto da L’ISOLA Bimestrale (eccetto Luglio-Agosto) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana
Anno XIII – n° 1- ( Gennaio – Febbraio ) 2011