Di Filippo Giannini
I soliti ignoti è uno dei più insulsi – fra i tanti – programmi televisivi italiani che allietano (si fa per dire) le nostre serate; e questo per proporre un giochetto dalle finalità un pochino più serie.
Immaginiamo uno studio televisivo e che sullo sfondo ci siano in fila dei personaggi, anche se ormai non più in vita; concedetemelo questo miracolo, ripeto: è solo un giochetto. E immaginiamo, come nella babbea trasmissione televisiva, che il conduttore ne chiami uno alla volta e ponga le domande. Iniziamo:
Scrittore Bernard Shaw è lei che il 13 ottobre 1937 scrisse:
Lei, Wallace Beery, uno dei più famosi attori americani ha detto:
Lei, Giuseppe Prezzolini, grande giornalista, in piena crisi economica scrisse nel 1934 a seguito di un viaggio in Italia, proveniente dagli Stati Uniti:
Stanley Baldwin, è proprio lei che sentenziò:
Lei, Austen Chamberlain, lei che ha coperto cariche politiche di primo piano, proprio lei disse nel 1933:
Cyril Clemens, sono proprio sue queste parole pronunciate nel 1969:
Lei, President Columbia University, ha pronunciato nel 1932, queste parole:
Ä– proprio il Daily Express che nel 1930 scrisse:
Ed ora smettiamo questo gioco insulso, lasciandolo alla RAI/TV e spostiamoci su argomenti seri.
Daily Mail (1932):
Daily News :
Daily Telegraph:
Antony Eden (1934):
Thomas Alva Edison:
Douglas Fairbanks (1930): Mussolini è una delle più portentose personalità che abbia mai conosciuto>.
James Gregor (1951):
C. Hibert (1933):
Samuel Hoare (1938):
William Lawrence (1930): <Ä– un’Italia nuova. Mussolni è l’animatore anzi il creatore di questo nuovo spirito. Insomma: un’Italia nuova, politicamente, commercialmente e socialmente. Il cervello meraviglioso di Mussolini è al lavoro>.
G. Leavis (1982):
Lloyd George (1934):
Emil Ludwig (1940):
Manchester Guardian (1939):
Arnold Molbriegel (1929):
Oswald H. Mosley (1931):
New York Herald:
P.O. Connel (1934):
Mary Pickford (1930):
Lord Rothermere:
C.H. Sherril:
Horia Sima (1976):
John Spargo (New York Time):
The Spectator (1939):
Oswald Splenger (1936):
Sunday Espress (1932):
Ward Price (1938):
Washington Post (1932):
H.G. Wells (1931):
Michael Shaks ha scritto nel suo libro What is the wrong with modern world? (Cosa è sbagliato nel mondo moderno?):
A questo punto immagino che qualche lettore si chiederà il motivo di tante citazioni (e sono solo alcune delle tante che ho tralasciate) di personalità anglosassone. Se questo lettore avrà la pazienza di leggere quest’ultima, comprenderà il motivo.
John Pierpont Morgan (Economista e magnate dell’industria Usa) (1932):
E gli italiani che hanno fatto? Hanno ucciso e impiccato per i piedi un Mussolini e l’hanno sostituito con un americano; giusta la frase del Presidente Giorgio Napolitano che nel messaggio di capodanno agli italioti ha voluto ricordare loro che “ci siamo liberati della tirannia fascista” conquistando la democrazia made in Usa. E i risultati si vedono!
Ma voglio togliermi uno sfizietto, citando un pensiero di Francesco Grisi (1982):
P.S. Un ricatto simile a quello posto in atto dalla Fiat/Marchionne, sarebbe stato concepibile al tempo dell’adorabile tiranno?
13.47 23/01/2011