L’UE non dovrebbe tollerare il ricatto nucleare dell’Iran

L’osservatorio nucleare delle Nazioni Unite ha annunciato domenica che il regime clericale in Iran è pronto per iniziare a “produrre uranio a basso arricchimento”, che sarà “fino al 20 per cento nell’Impianto di Arricchimento del Combustibile di Fordow”. Questo fa parte della campagna di ricatto del regime. La comunità mondiale dovrebbe agire ora contro tali ricatti.

Il regime ha violato i propri impegni secondo i termini del suo accordo nucleare del 2015 con le potenze mondiali, formalmente noto come Joint Comprehensive Plan of Action cioè Piano d’Azione Globale Congiunto (JCPOA – PAGC). Nel frattempo, i firmatari europei dell’accordo si rifiutano di agire e l’UE “resta pienamente impegnata nell’attuazione completa ed effettiva del Piano d’Azione Globale Congiunto (PAGC) da parte di tutte gli Stati parte”, secondo l’unità operativa sull’Iran del Servizio di Azione Esterna dell’UE (SEAE – EEAS).

Questa debole reazione dell’UE ha incoraggiato il regime a continuare le sue attività maligne e le violazioni dell’accordo nucleare. Il PACG è pieno di difetti e non riesce ad affrontare le attività regionali destabilizzanti del regime, che è stato in grado di utilizzare le scappatoie dell’accordo per continuare segretamente le proprie attività nucleari.

Il regime non è mai stato fedele ai propri impegni secondo i termini del PAGC.

L’ufficio di rappresentanza negli Stati Uniti del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI) in ottobre ha rivelato i dettagli dei nuovi centri del regime iraniano che stanno proseguendo le attività nucleari.

Il signor Alireza Jafarzadeh, vicedirettore dell’ufficio CNRI-USA, durante quella conferenza, ha rivelato: “Secondo l’intelligence top-secret ottenuta dalla rete all’interno dell’Iran dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI/MEK) dall’interno del regime, l’SPND [Organizzazione per l’Innovazione e la Ricerca per la Difesa] ha continuato il suo lavoro dopo il PAGC. La struttura e il personale della SPND rimangono intatti e parte dell’istituzione è stata ampliata. Pertanto, nonostante il PAGC, il Ministero della Difesa e l’IRGC [Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche] hanno mantenuto le loro capacità di costruire un’arma nucleare”.

Nell’aprile 2017, l’ufficio CNRI-USA aveva rivelato la continuazione di tali attività in un centro noto come Research Academy nel complesso Parchin a sud-est di Teheran.

L’inazione dell’UE ha consentito a Teheran di accelerare nel proprio obiettivo di ottenere armi nucleari mentre negoziava con le potenze mondiali. Ottenere armi nucleari è parte integrante della strategia di sopravvivenza del regime.

Ricatto: il metodo dell’Iran per raggiungere i suoi obiettivi

Il regime iraniano ha utilizzato una campagna di ricatto per raggiungere i suoi obiettivi in diverse aree. L’inazione della comunità internazionale ha di fatto favorito la strategia di ricatto dei mullah.

Quando nel 2018 gli Stati Uniti si sono ritirati dal PAGC, citando il mancato rispetto dell’accordo da parte del regime e le sue continue attività maligne, il regime ha utilizzato la politica di condiscendenza dell’UE per avviare la sua campagna di estorsione nucleare.

La campagna di ricatto dell’Iran risale agli anni ‘80, quando il regime utilizzò numerosi ostaggi presi con l’assalto dell’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran. Il regime ha continuato a utilizzare la presa di ostaggi e il terrorismo per intimidire l’Occidente e raggiungere i propri obiettivi.

Il regime ha preso in ostaggio anche molti cittadini con doppia nazionalità, facendo pressione sui governi occidentali affinché cedessero alle sue richieste.

Il 27 novembre e il 3 dicembre hanno segnato lo storico processo al diplomatico terrorista iraniano Assadollah Assadi, che aveva tentato con dei complici di colpire con una bomba il raduno “Iran Libero” del CNRI a Parigi nel 2018.

Mentre Assadi e i suoi complici sono stati colti in flagrante e prove innegabili indicano che saranno condannati con l’accusa di terrorismo, il regime ha fatto ricorso alla propria campagna di ricatto.

Contemporaneamente al processo di Assadi in Belgio, Teheran ha annunciato l’impiccagione di Ahmadreza Djalali, accademico iraniano e cittadino svedese, che aveva insegnato in un’università in Belgio. Questa azione è fallita, perché la Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento belga ha reagito rapidamente, adottando una risoluzione secondo la quale, se il regime eseguisse l’uccisione di Djalali, il Belgio interromperebbe completamente i rapporti con il regime.

Il regime ha dovuto fermare l’esecuzione di Djalali.

Inoltre, Assadi aveva già minacciato le autorità belghe in marzo. Come ha riferito l’agenzia Reuters: “Secondo Assadi Assadolah noi (il Belgio) ‘non ci rendiamo conto di cosa succederà, in caso di verdetto sfavorevole’ dicono i verbali, redatti dalla polizia belga”.

“Assadi ha detto alla polizia che gruppi armati in Iraq, Libano, Yemen e Siria, così come in Iran, erano interessati all’esito del suo caso e avrebbero guardato da bordo campo per vedere se il Belgio li avrebbe sostenuti o meno” – ha aggiunto la Reuters.

Conclusione

Il regime continuerà a ricattare l’Occidente a meno che non riceva una risposta ferma. Il regime iraniano continuerà le sue attività terroristiche e gli sforzi per ottenere armi nucleari, per mantenere la propria fragile presa sul potere.

In proposito, la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del CNRI, il 19 giugno ha affermato che il regime dei mullah “non ha mai rinunciato al progetto di acquisire una bomba atomica e continua l’inganno e l’occultamento. Il regime utilizza tutte le agevolazioni e le concessioni che l’accordo nucleare gli ha concesso per perseguire il terrorismo, la guerra all’estero e la repressione all’interno”.

Ora, in mezzo alle crescenti proteste all’interno dell’Iran, in particolare dopo l’ondata di proteste in Iran nel novembre 2019, e per quanto riguarda il nuovo cambiamento nell’equilibrio delle forze regionali contro il regime e le sue ripercussioni sulla sopravvivenza dei mullah, il regime ha bisogno di una bomba atomica più che mai.

Pertanto, invece di cercare di resuscitare il cadavere del PAGC e di soccombere all’estorsione nucleare iraniana, l’UE dovrebbe agire immediatamente per chiamare Teheran a rispondere delle sue violazioni.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe reimporre tutte le sue sei risoluzioni e porre un completo arresto alle attività nucleari del regime. Le ispezioni dell’AIEA sono indispensabili per impedire al regime di acquisire una bomba nucleare.

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