Afghanistan, è morto un altro italiano

Ennesimo militare italiano morto in Afghanistan, in un avamposto italiano a Bala Murghab, durante uno scontro a fuoco. Si tratta di Luca Sanna, caporalmaggiore di Lusevera (Udine), alpino dell'ottavo reggimento di Cividale del Friuli che si trovava, insieme all’altro commilitone ferito meno gravemente, nel distaccamento, denominato Highlander, nella cintura di sicurezza intorno alla base di Bala Murghab, quando è stato colpito alla testa da una pallottola. I due sono stati poi portati alla base militare Columbus ma per l’alpino non c’è stato nulla da fare.

La dinamica dei fatti è stata spiegata dal generale Massimo Fogari, capo ufficio stampa della Difesa, che ha aggiunto che ci sono ancora molti aspetti da chiarire, innanzitutto se a uccidere il militare è stato il fuoco nemico o amico. Intanto, al ministero della Difesa a Roma, è stata subito convocata una riunione, per fare il punto sull’accaduto. Con il ministro Ignazio La Russa saranno presenti, tra gli altri, il neocapo di stato maggiore della Difesa Biagio Abrate, il capo di stato maggiore dell'Esercito, Giuseppe Valotto, il comandante del Coi (Comando operativo di vertice interforze), Giorgio Cornacchione, e il consigliere militare del ministro, l'ammiraglio Paolo La Rosa.

Si tratta del 36esimo soldato italiano morto in Afghanistan dall’inizio della missione, nel 2004, a oggi.

Al messaggio di cordoglio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha espresso “i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del militare caduto nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, e un affettuoso augurio al militare ferito”, si sono aggiunte le sentite condoglianze di tutta l’Italia dei Valori.

«Oggi – ha detto il presidente Antonio Di Pietro – è un giorno di dolore, di lutto, pertanto, ci asterremo da qualunque polemica. Da domani chiederemo conto al governo di questo continuo stillicidio e ribadiremo a gran voce le nostre posizioni. Intanto, invitiamo il governo a venire immediatamente in Parlamento per riferire sull'accaduto».

Di Pietro ha, inoltre, voluto ricordare che “i nostri militari pagano un prezzo troppo alto per stare in un Paese martoriato da conflitti interni” e che ormai “la missione ha cambiato natura e pertanto viola l’articolo 11 della Costituzione”. Per l’Italia dei Valori, l’unica soluzione per porre fine a questa dispendiosa macchina da guerra, che costa al Paese in termini di denaro (nel 2010 quasi un miliardo) e soprattutto di vite umane, è “sostenere la mozione dell’IdV in Parlamento per ridiscutere la nostra presenza in Afghanistan”, come ha chiesto il leader del partito alle altre forze politiche.

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