Replica di Francesca Ribeiro a Luigi Cancrini

Luigi Cancrini, su L'Unità del 7 gennaio, pubblica la seguente mia lettera: “La Stampa del 31 dicembre 2010, pubblica la seguente lettera: «Ognuno sia libero di fare le sue scelte, per carità, ma quando in un mondo già sovrappopolato si ha la possibilità di non avere preoccupazioni per la propria moltiplicazione non capisco la smaniosa vocazione per «il figlio a ogni costo» che cattura cantanti maturi come Gianna Nannini ed Elton John. Il travaglio nel parto di canzoni non è stato sufficiente?”. Il nome dell'autore è puntato, però c'è da supporre che sia un uomo, giacché di norma sono gli uomini a non capire, e a definire il desiderio di procreare una smania. Forse potrei illuminare coloro che non capiscono, con un'analogia: la Creazione è il frutto dell'amore divino; la procreazione è il frutto dell'amore umano. Precisazione necessaria per coloro che non capiscono: intendo l'amore verso la creatura desiderata, non l'amore che unisce gli sposi. Così, se riguarda una coppia omosessuale, la “smaniosa vocazione” si comprende meglio ».

E il professore risponde così:

«Il mondo cambia in fretta ed è difficile, spesso, capire se una cosa è giusta o non lo è. Quello cui mi sento più vicino, però, è il lettore de La Stampa, perché davvero mi hanno infastidito i volti trionfanti di Elton John e del suo compagno che annunciano la nascita del figlio e la didascalia in cui si diceva che senza nome resterà la donna che ha dato loro questa possibilità. Una donna che resta per me, e per la mia sensibilità datata, la madre del bambino che ha portato in grembo per nove mesi. Pensare che mai più lo vedrà ormai altro che nei telegiornali o nelle riviste, sentirne parlare come un “utero in affitto” da parte di tanti (troppi) giornali, mi è sembrato sostanzialmente assurdo così come credele per il bambino mi è sembrato il fatto che siano il denaro e la ricchezza a decidere chi si occuperà di lui, chi ne sorveglierà la crescita, il sorriso le prime parole e il miracolo delicato che si compie in ogni bambino con lo sviluppo del suo mondo interno. La procreazione, dice Francesca Ribeiro, è il frutto dell’amore che unisce la coppia, ma il bambino e la madre esistono anche loro. O no?»

Replica di Francesca

E l'uomo Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta, persona che stimo molto, non ha capito il senso della mia lettera. A tal punto non ha capito, da attribuirmi un concetto che non ho espresso: “La procreazione è il frutto dell'amore che unisce la coppia”. Eppure ho ben precisato: “intendo l'amore verso la creatura desiderata, non l'amore che unisce gli sposi”. Affermare genericamente che la procreazione è il frutto dell'amore che unisce gli sposi, è un errore. Al più bisognerebbe dire che è il frutto dell'unione ( o perlomeno era) di un uomo e una donna. La procreazione, infatti, può essere anche il risultato di uno stupro. La volontà di procreare è altra cosa dal desiderio che unisce due persone. Forse non può essere definito amore, ma sicuramente in quella volontà c'è intenzione di amare, desiderio di amare, almeno in molti casi. Ora, definire “smaniosa vocazione del figlio ad ogni costo”, il desiderio di paternità o di maternità che hanno spinto Gianna Nannini, ed Elton John e il compagno a volere un figlio, mi sembra estrema leggerezza, e forse anche una cattiveria. Desiderare un figlio, non è come desiderare una lussuosa automobile. Di norma si desidera l'automobile per potercene servire. Sarebbe assurdo immaginare che questa sia l'intenzione di chi vuole un figlio. Semmai è il contrario: siamo disposti, soprattutto quando è piccolo, a metterci noi al “suo servizio”.

Ciò detto, non nego che possano esserci problemi di ordine morale nel ricorrere a certe tecniche di procreazione, e che il problema sia assai complesso.

Francesca Ribeiro

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