Chi non ha desiderato una burocrazia così efficiente da dare risposte ai cittadini prima ancora di essere interpellata? Tutti, credo, abbiamo sognato questo sogno, senza mai osare sperare di vederlo realizzato. E invece la PA italiana si sta attrezzando! Ne sono testimone diretta: proprio ieri il Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiBACT, a proposito della mia richiesta di accesso civico sul parco eolico di Mongrassano (CS) dell’autunno 2019, mi ha inviato la nota n. 31927 (datata appunto 02.11.2020) che, leggo nel breve testo, fa seguito alla propria nota n. 34304 del 22.11.2020. Sì, avete inteso bene: la DG ABAP ha preceduto se stessa di 20 giorni esatti e di questo record ha inteso mettermi a parte in tempo reale. Che dire?! Evidentemente, supponendo che io abbia perso un po’ di fiducia nella efficienza ed efficacia dell’azione di quell’Ufficio, data la qualità generale della gestione Franceschini dei beni Culturali in tema di tutela, la dott.ssa Galloni ha voluto dimostrarmi che il mio giudizio è stato, fin qui, troppo severo e provare con i fatti che è tempo di ricredermi. Il sogno, però, è durato poco, e fuori dal sogno il contenuto della comunicazione giunta dal Servizio I resta sorprendente ma per ben altri motivi. In materia di accesso civico ex D. Lgs. 33/2013, l’art. 5 e segg. definisce necessario il diniego all’istanza di accesso principalmente per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti a: a) sicurezza pubblica e ordine pubblico, b) sicurezza nazionale, c) relazioni internazionali, d) politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato, e) conduzione di indagini sui reati e loro perseguimento, f) regolare svolgimento di attività ispettive, nonché ad uno dei seguenti interessi privati: a) protezione di dati personali, b) libertà e segretezza della corrispondenza, c): interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica. Ebbene, la mia richiesta di accesso, interpretata dalla Direzione generale ABAP come regolata dal D. Lgs. 33/2013 invece che ex FOIA, è stata ieri differita ulteriormente, ad oltre un anno dall’invio, perché la suddetta Direzione continua a riscontrare “circostanze potenzialmente idonee ad escludere anche temporaneamente l’accoglimento ex art. 5 e segg. del D. Lgs. 3372013”, ragione della richiesta di parere all’Avvocatura dello Stato datata 10.12.2019 non richiamato, però, nella missiva odierna, che invece rinvia alla propria nota n. 34304 del 22 novembre (suppongo) 2019, a me sconosciuta. L’istruttoria è perciò definita “ancora pendente”. In attesa di sapere in che modo una richiesta di accesso agli atti come quella avanzata su sollecitazione di cittadini e associazioni locali (in particolare il Gruppo Ambiente e Territorio di Mongrassano), possa ledere interessi della Nazione e/o di privati che il MiBACT reputa prevalenti su quelli della comunità direttamente coinvolta dalla realizzazione delle torri eoliche, non solo costruite ed entrate in funzione, nel frattempo, nonostante la sospensione del cantiere decretata dal predecessore della Galloni a maggio 2019, ma causa di gravi disturbi da inquinamento acustico per gli abitanti del piccolo centro, torno a sognare un Ministero Beni Culturali all’altezza del compito che la Costituzione, all’art. 9, affida allo Stato in tema di cultura, statuendo che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione. A Mongrassano ciò è accaduto solo fino ad una certa data che, sicuramente per puro caso, pressappoco coincide con l’insediamento dell’attuale Direttore generale ABAP e, subito dopo, del Ministro in carica.
Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)