La fine della privacy… ma forse, chissà , l’inizio di un mondo migliore

Qualche anno fa (giugno 2006) alcuni quotidiani pubblicavano questa mia: “Sono persuasa, che se un giorno uno scienziato fosse sul punto di realizzare un'apparecchio capace di intercettare i pensieri, sarebbe eliminato (lui, non l'apparecchio!) in men che non si dica, non da persone con la coscienza pulita, ma da persone con la coscienza sporca. Se invece la geniale invenzione si diffondesse, e fosse alla portata di tutti, la gente semplice, buona e onesta, con tutta probabilità riuscirebbe ad adattarsi alla nuova situazione; ma per i delinquenti, per i banditi, ed anche per tanti uomini potenti, galantuomini solo all'apparenza, la vita sarebbe impossibile. Una vera tragedia. La fine della privacy… ma forse, chissà, l'inizio di un mondo migliore”. Assange non ha letto nel pensiero dei potenti, però, nel suo piccolo, ha fatto qualcosa di analogo. Ma i potenti non hanno fatto in tempo ad eliminarlo, ed intanto, nel loro piccolo, lo hanno arrestato.
Francesca Ribeiro

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