ELEZIONI ?

Sono parte in causa perché in caso di elezioni anticipate – essendo sindaco di Verbania – dovrò decidere se dimettermi o rinunciare al seggio in parlamento e quindi qualcuno potrà dire che il mio commento è preconcetto, ma trovo assurdo che si pensi oggi ad andare a votare in via anticipata.

Innanzitutto perché la situazione economica è difficile e lasciare l’Italia per sei mesi senza governo rasenta l’assurdo e l’autolesionismo, poi perché è probabile che le elezioni non cambino il quadro politico: PDL e Lega Nord insieme – almeno con questa legge elettorale – vincerebbero quasi sicuramente alla Camera ma potrebbero perdere al Senato e così la situazione sarebbe ancora più instabile di adesso. Questi risultati sono probabili perché nelle diverse regioni al Senato contano le maggioranze locali nell’attribuzione dei seggi e non un quadro nazionale. Credo infatti che Fini possa allearsi con Casini e Rutelli (sic!) ma non mi pare credibile sposi anche il PD di Vendola e Bersani.

In terzo luogo dico “no” alle elezioni perché non mio sembra corretto che la maggioranza uscita dalle elezioni si sbrani da sé stessa alla faccia di chi ci ha votato. “Senso di responsabilità” imporrebbe a tutti di smetterla con troppe polemiche e di guardare seriamente al bene del paese, anziché dare troppo spazi ai vari “falchi” alla Bocchino che sfasciano facilmente tutto, ma non so se sapranno ricostruire. Ultima considerazione: pur tra tante difficoltà questo governo sta comunque facendo cose serie (vedi la recente legge sul lavoro) e dovrebbe esser messo in condizione di realizzare il suo programma e quei cinque punti votati nemmeno due mesi fa. Piuttosto Berlusconi mediti se non sia corretto non tanto un suo personale “passo indietro” di scalfariana memoria, ma di puntare a una maggioranza più ampia ed aperta all’UDC che “geneticamente” non è comunque di sinistra e potrebbe dare un contributo importante ad un governo stabile e serio, riducendo anche il potere di ricatto a quella galassia di partitini che si vanno formando e che ciascuno rivendica posti, soprattutto per i rispettivi fondatori.

E’ ora della serietà: basta guardarci intorno in Europa per capire come la situazione sia difficile, ma anche come Tremonti e Berlusconi abbiano per ora difeso l’economia italiana e l’occupazione molto meglio di altre nazioni. Sciogliere le Camere adesso sarebbe consegnare l’Italia nelle mani delle speculazioni finanziarie e alla fine ritrovarci con il sedere definitivamente per terra.

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