Intervista ad Angelo Saracini Sinistra Arcobaleno Presidente del Comites Grecia

Intervista ai nuovi “ acquisti “

( 1 ) Come membro attivo del Comites , cosa potrebbe apportare di piu’ di quanto non abbiano gia’ fatto o apportato dai 18 parlamentari
nella breve ma fallimentare passata legislatura ?

Non solo come membro Comites ,ma piu' semplicemente potro' portare esperienze pratiche e necessita'del vissuto quotidiano degli Italiani all'estero. Sono uno di loro che gia' da molti anni li rappresenta nel Comites.Pero' quando parliamo di Comites battiamo un dente dolente che fa parte di uno dei punti deboli di una rappresentanza istituzionale italiana all' estero come i Consolati, le Ambasciate ,gli Istituti di Cultura ecc.. I Comites funzionano solo sulla carta ma a livello decisionale non contano quasi niente.Il funzionamento effettivo dei Comites deve essere completamente rivisto,aggiornato,per permettergli di essere piu' presenti e vicini alla Comunita' .I connazionali votano i Comites ,ma poi molti nel mondo non funzionano proprio perche mancano quelle sinergie e quella possibilita' di intervenire.Se restiamo solo organi consultivi continueremo a funzionare come enti assistenziali che per funzionare si basano solo sulla buona volonta' di alcuni consiglieri.

( 2 ) Quale sarebbero secondo Lei le appropriate riforme che andrebbero fatte alla legge Tremaglia, per migliorare i rapporti tra le due culture italiane ovvero quella all’ estero e quella in madre patria ?

La legge Tremaglia e' una grande conquista per noi,e non penso che sia responsabile di ,diciamo,di un non buon rapporto delle culture italiane all'estero e quelle della madre patria.Noi in patria eravamo degli sconosciuti,e all'improvviso,con l'elezione di nostri rappresentanti in Parlamento ,i nostri compatrioti si sono accorti di noi.E non ci hanno ben visto,per diversi motivi.Per questo non vale adesso la pena di polemizzare.Ecco in Italia con i nuovi e rapidi mezzi di informazione devono cercare di conoscerci ancora di piu'.E allora senz'altro miglioreranno i rapporti delle due culture ma soprattutto si arrriccheranno di esperienze e proposte di chi vede l'Italia da un altro punto di vista.

( 3 ) Le istituzioni italiane all’ estero, tra queste I Comites e le scuole, versano all’ attuale in uno stato pietoso, se eletto e pur sapendo come abbiamo gia’ constatato che di fondi ve ne sono pochi o nessuno; se la sentirebbe di fare delle promesse veritiere nel come risolvere le problematiche ?

Promesse veritiere per risolvere le problematiche,come ha detto,pietose delle nostre Istituzioni,non e' facile farle.Oppure si possono fare prendendo in giro chi ci ascolta.Posso pero' dire che con la buona volonta',determinazione,riorganizzazione ,e proposte sul campo insieme alle nostre Comunita' attive e produttive ce la potremmo fare.
Le nostre classiche istituzioni all'estero,uso apposta la parola “classiche',funzionano ancora con leggi paleontologiche.Vengono ancora applicate leggi reali o fasciste.La modernizzazione del sistema e' ancora un optional.Si devono trovare forme di gestione mista,ma no di svendita al privato e sponsor che ormai vanno di moda.Si devono approvare al piu' presto leggi che permettano alle istituzioni all'estero di essere piu' efficaci offrendo un servizio al passo dei tempi. Mi riservo, comunque ,di presentare una proposta piu' particolareggiata.

( 4 ) Nella sua lunga attivita’ di membro di spicco della comunita’ italiana all’ estero e’ venuto mai a conoscenza dell’ articolo 35 della “ nostra “ Costituzione ?

Ne sono venuto a conoscenza ,e infatti uno dei compiti dei Comites e' proprio la tutela del lavoro italiano all'estero,ed e' poi nostro dovere denunciarlo alle nostre Ambasciate per intervenire verso i responsabili.
Qualche volta ci sono arrivate forme di denuncia di questo tipo,ma poi pero' da parte degli stessi denunciatari si e' preferito non procedere. Per paura di qualche eventuale ritorsione.Percio' anche qui serve al cittadino italiano che le nostre istituzioni siano piu' attente e pronte per proteggere i nostri lavoratori.,soprattutto in questo periodo di globalizzazione e di precarieta'. Non esiste piu' nessuna certezza del diritto al lavoro.Quindi l'art.35 dovrebbe essere rivisto e aggiornato rispetto alle nuove realta' internazionali.

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